chi si rivede
Israel Shamir è lo pseudonimo di uno dei più rabbiosi antisemiti mai dotati di connessione a internet. La voce che gli dedica Wikipedia è abbastanza accurata e si dilunga abbastanza su questo personaggio che vorrebbe risolvere la questione ebraica convertendo tutti gli ebrei al cristianesimo, come premessa per levare il razzismo dal Medio Oriente e dal mondo intero. Qui trovate la notizia delle sue relazioni con il negazionista Irving: ha cercato di vendergli documenti trafugati da un archivio sovietico. Non sono pochi gli attivisti palestinesi, anche dichiaratamente antisionisti, che hanno preso le distanze da questo personaggio.
Ma questo non è evidentemente il caso del "rabbino pacifista" Michael Lerner, che adesso ospita sulla sua rivista Tikkun un articolo firmato da Israel Shamir. Non è niente di originale: tesse l'elogio di quell'abitante arabo di Gerusalemme che ha pensato bene di ammazzare il più alto numero possibile di ebrei (tra cui una mamma con una bambina di pochi mesi) guidando un bulldozer. L'autore è convinto che gli arabi abbiano una relazione "organica, da mammiferi", con la terra, mentre gli ebrei sono un virus invasore che devasta l'organismo; l'elogio del pastore raggiunge punte di demente lirismo quando Shamir spiega quanto si amano russi e palestinesi, ambedue mammiferi provenienti da civiltà rurali oppresse dall'imperialismo parassitario giudaico. Questa è la serie di fesserie che pubblicate dalla rivista di Michael Lerner.
Il quale un po' di tempo fa fece anche una incursione in Italia; si vide qualche manifesto pieno di buone intenzioni, ci fu una apparizione pubblica con i soliti (poteva mancare Moni Ovadia?), si annunciò in pompa magna la fondazione di un network per ricongiungere sinistra e spiritualità in Italia e, per quel che so, non ne seguì nulla.
Peccato, eh. Perché vorrei fare due chiacchiere con i sostenitori italiani di Lerner: gente che voleva togliere dal Siddur il riferimento a Gerusalemme (non sia mai che qualcuno possa pensare che è una capitale) e che senza temere di apparire ridicola annunciava che la causa dell'antisemitismo arabo era il mancato ritorno dei profughi palestinesi e l'occasione perduta di costruire uno Stato-per-tutti-i-cittadini. Come quello, appunto, che sogna Israel Shamir. O come cavolo si chiama questo tizio, così popolare tra i fascisti di ogni denominazione.
Ma questo non è evidentemente il caso del "rabbino pacifista" Michael Lerner, che adesso ospita sulla sua rivista Tikkun un articolo firmato da Israel Shamir. Non è niente di originale: tesse l'elogio di quell'abitante arabo di Gerusalemme che ha pensato bene di ammazzare il più alto numero possibile di ebrei (tra cui una mamma con una bambina di pochi mesi) guidando un bulldozer. L'autore è convinto che gli arabi abbiano una relazione "organica, da mammiferi", con la terra, mentre gli ebrei sono un virus invasore che devasta l'organismo; l'elogio del pastore raggiunge punte di demente lirismo quando Shamir spiega quanto si amano russi e palestinesi, ambedue mammiferi provenienti da civiltà rurali oppresse dall'imperialismo parassitario giudaico. Questa è la serie di fesserie che pubblicate dalla rivista di Michael Lerner.
Il quale un po' di tempo fa fece anche una incursione in Italia; si vide qualche manifesto pieno di buone intenzioni, ci fu una apparizione pubblica con i soliti (poteva mancare Moni Ovadia?), si annunciò in pompa magna la fondazione di un network per ricongiungere sinistra e spiritualità in Italia e, per quel che so, non ne seguì nulla.
Peccato, eh. Perché vorrei fare due chiacchiere con i sostenitori italiani di Lerner: gente che voleva togliere dal Siddur il riferimento a Gerusalemme (non sia mai che qualcuno possa pensare che è una capitale) e che senza temere di apparire ridicola annunciava che la causa dell'antisemitismo arabo era il mancato ritorno dei profughi palestinesi e l'occasione perduta di costruire uno Stato-per-tutti-i-cittadini. Come quello, appunto, che sogna Israel Shamir. O come cavolo si chiama questo tizio, così popolare tra i fascisti di ogni denominazione.
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