martedì, novembre 21, 2006

un cordiale shalom


Mi immaginavo un altro genere di reazioni, quando sono stato ammesso al College rabbinico. Nella mia (ormai ex) comunità milanese, invece, è successo di tutto. E niente di bello.
C'era quello che perché dirigeva un quindicinale pensava di essere un "lay minister" - ho cercato e ricercato nella documentazione della WUPJ, non trovo menzione di questo strano titolo. E quindi lui di un rabbino come me aveva paura, nientemeno.
C'era quella che, si è scoperto, aveva fatto la Cattolica e adesso stava studiando per diventare rabbina, per corrispondenza (vero! Esistono dei CEPU rabbinici che ti danno la semicha per corrispondenza). E quindi io avevo dei problemi psicologici.
C'era quello che è già rabbino ortodosso (quindi che ci fa in una sinagoga progressiva?), e non devo mica dimostrarlo a te. C'era quella che siccome eccetera, dicevano, ha più titoli per diventare rabbina. E tu la hai offesa con la presunzione di essere ammesso. Che poi è tutto da dimostrare. E anche questo blog è una cosa molto offensiva. A cominciare dal titolo. E tu pure sei offensivo. Eccetera.
Ogni comunità ha naturalmente il diritto di investire sui candidati rabbini che preferisce, anche se forse c'è una certa differenza tra un ricercatore universitario e, per dire, un insegnante a contratto o una "esperta di gestione di flussi integrati". Ma, accidenti, il primo italiano mai ammesso ad uno dei seminari rabbinici più prestigiosi del mondo dovrebbe essere una buona notizia per tutto il nostro movimento: vuol dire che anche Oltreoceano si stanno convincendo che l'Ebraismo progressivo in Italia è una cosa seria. Invece no. Ho scoperto che un sacco di gente aspirava a fare il rabbino -che è una bellissima cosa- e che per poterlo diventare considerava obbligatorio ricoprire di fango chiunque altro vi aspirasse - che è una bruttissima cosa.
Forse è un altro aspetto del più generale problema di identità. In troppi percepiscono del rabbino innanzitutto l'autorità: qualcuno che sta al di sopra, e non a fianco di altri ebrei. E troppi, per salire in vetta, sono disposti a passare sui cadaveri altrui. Prima o poi scriverò qualcosa su questa idea gerarchica e clericale di Ebraismo (e un bisogno non di democrazia, ma di guida). Ma per ora facciamo che mi sono stufato di sprecare tempo leggendo insulti ed attacchi personali. I commenti sono disabilitati fino a comunicazione contraria e chi ha qualcosa da dire si sfogherà da un'altra parte.

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