che tempi, e che idee ...
Nel 1999 i fondatori dell' Associazione per l'Ebraismo Progressivo erano in sette (tra cui io). Poi sono sorte altre due congregazioni e adesso ci sono in Italia vari gruppi. Il trend è in crescita, si sono viste molte facce nuove - o che eravamo abituati a vedere da altre parti. Ognuno porta una sua storia e delle aspettative: per fare andare d'accordo tutti bisogna creare una identità, amalgamare i gusti, le pratiche, le culture.
Niente di nuovo: la Comunità di Milano è stata fondata da ebrei immigrati da tutta Italia -ashkenaziti, sefarditi...- più ungheresi e balcanici. Dall'amalgama sono usciti un rituale, con Siddur ancora in uso, e anche una cultura comune. Un grande contributo, tra l'altro, anche alla storia della sinistra italiana, quando i socialisti si chiamavano Bauer.
L'Ebraismo progressivo, dicevo, in Italia è nato per assicurare un futuro ebraico a figli e nipoti respinti dalle comunità ortodosse, ma ha meno di dieci anni. C'è stato qualche matrimonio, sono anche nati dei bimbi. Ma non ci sono ancora dei nipoti. E un caposaldo dell'Ebraismo è questo: non è ebreo chi ha la madre ebrea, ma chi ha dei nipoti ebrei. In altre parole, noi ebrei progressivi stiamo ancora costruendo una nostra identità.
Io ho l'impressione che parte degli ebrei progressivi italiani stia invece cercando di farsi accettare dalla maggioranza ortodossa. Per ottenere questo scopo, si rinuncia (o si fa sapere di essere disponibili a rinunciare a) elementi essenziali dell'Ebraismo progressivo. C'è per esempio chi accende le candele di Shabbat a orari disumani ma ortodossissimi -con tanti saluti a chi il venerdì pomeriggio lavora, e poi c'è già chi pretende carne kasher, con tanti saluti a chi non se lo può permettere.
Vien da chiedersi come potranno essere ebrei quelli che sono costretti a lavorare anche quando nelle sinagoghe ortodosse (in Italia, sempre più vuote) è stato deciso che inizia Shabbat, per non parlare di coloro che, come il sottoscritto, non smaniano affatto per avere un sigillo di kasherut dentro lo stomaco. E chi è interessato a sapere cosa significa la produzione di carne kasher può conoscere qui le condizioni di lavoro nei macelli.
Questi amici vivono ancora in un Tempo in cui l'unica Idea di Ebraismo possibile è la pratica ortodossa. Ma per il resto degli ebrei, italiani e no (incluso l'autore di questo blog) tempi e idee sono plurali. Viviamo in un tempo composto dai tempi di tutti gli ebrei, viviamo su questa Terra, in cui c'è più di un modo di essere ebrei. Di Uno e di Eterno c'è solo l'Onnipotente
Niente di nuovo: la Comunità di Milano è stata fondata da ebrei immigrati da tutta Italia -ashkenaziti, sefarditi...- più ungheresi e balcanici. Dall'amalgama sono usciti un rituale, con Siddur ancora in uso, e anche una cultura comune. Un grande contributo, tra l'altro, anche alla storia della sinistra italiana, quando i socialisti si chiamavano Bauer.
L'Ebraismo progressivo, dicevo, in Italia è nato per assicurare un futuro ebraico a figli e nipoti respinti dalle comunità ortodosse, ma ha meno di dieci anni. C'è stato qualche matrimonio, sono anche nati dei bimbi. Ma non ci sono ancora dei nipoti. E un caposaldo dell'Ebraismo è questo: non è ebreo chi ha la madre ebrea, ma chi ha dei nipoti ebrei. In altre parole, noi ebrei progressivi stiamo ancora costruendo una nostra identità.
Io ho l'impressione che parte degli ebrei progressivi italiani stia invece cercando di farsi accettare dalla maggioranza ortodossa. Per ottenere questo scopo, si rinuncia (o si fa sapere di essere disponibili a rinunciare a) elementi essenziali dell'Ebraismo progressivo. C'è per esempio chi accende le candele di Shabbat a orari disumani ma ortodossissimi -con tanti saluti a chi il venerdì pomeriggio lavora, e poi c'è già chi pretende carne kasher, con tanti saluti a chi non se lo può permettere.
Vien da chiedersi come potranno essere ebrei quelli che sono costretti a lavorare anche quando nelle sinagoghe ortodosse (in Italia, sempre più vuote) è stato deciso che inizia Shabbat, per non parlare di coloro che, come il sottoscritto, non smaniano affatto per avere un sigillo di kasherut dentro lo stomaco. E chi è interessato a sapere cosa significa la produzione di carne kasher può conoscere qui le condizioni di lavoro nei macelli.
Questi amici vivono ancora in un Tempo in cui l'unica Idea di Ebraismo possibile è la pratica ortodossa. Ma per il resto degli ebrei, italiani e no (incluso l'autore di questo blog) tempi e idee sono plurali. Viviamo in un tempo composto dai tempi di tutti gli ebrei, viviamo su questa Terra, in cui c'è più di un modo di essere ebrei. Di Uno e di Eterno c'è solo l'Onnipotente
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