giovedì, maggio 29, 2008
mercoledì, maggio 28, 2008
Adi Ran - Atah Kadosh
Sì, è la sigla di Ushpizin. E mi piace molto.
Pubblicato da נחום alle 11:42 AM 0 commenti
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a ferri cortissimi
Sono differenze sulle quali magari tornerò, per ora voglio solo informarvi che i rapporti tra i due gruppi sono in vorticoso peggioramento. Haim Druckman è una figura prestiosa nel mondo dei sionisti religiosi, anche e soprattutto in quello "spicchio" del sionismo religioso che sono i coloni. Non è, per dire, un personaggio di sinistra, o incline al dialogo: credo che la sua idea di società ideale assomigli molto ad una teocrazia, con tanto di ricostruzione del Tempio di Gerusalemme e sacrifici quotidiani. Per molto tempo Druckman ha fatto parte del Rabbinato Centrale di Israele, i cui membri -come in tutte le democrazie proporzionali- vengono nominati dal Parlamento, in base a liste presentate da consigli rabbinici. All'interno di questi consigli rabbinici negli ultimi tempi è crescita la presenza dei haredim, che si vantano di avere criteri più stringenti in un sacco di questioni, compresa quella delle conversioni. E, per farla breve: le conversioni operate da Druckman (migliaia) sono state dichiare nulle dal Rabbinato centrale, che dopo un paio di settimane lo ha anche destituito dalla sua carica. Questo comporta conseguenze non da poco, perché rischia di annullare la cittadinanza non solo di molte persone, ma anche dei loro figli. Anche se il rabbino capo sefardita ha subito trovato un escamotage per limitare i danni e nessuno perderà la cittadinanza, il segnale di irrigidimento è abbastanza chiaro, e adesso c'è gente che non riesce a sposarsi perché è in attesa di certificati di ebraicità kasher.
Anche perché sul piatto c'è altro, ovvero i diritti delle donne. Forse avete sentito parlare degli autobus mehadrin, in cui le donne ultraortodosse sono (a dirla tutta) segregate e relegate sul fondo. Non molto tempo fa è stata avviata una campagna di stampa per segalare questa faccenda, ed attivissima in questo senso è stata Naomi Ragen. La Ragen non è esattamente un personaggio di sinistra (leggetevi qui le sue opinioni sulle prossime elezioni israeliane) e non è nemmeno una femminista Reform - è una Modern Orthodox che nella sua battaglia contro la haredizzazione della società israeliana sta trovando appoggi -è il caso di dire- a sinistra come a destra.
Forse in Italia tutta questa commistione tra religione e politica vi fa venire voglia di stare con gli ascetici, apolitici, antisionisti haredim, come fa Moni Ovadia. Effetti del malgoverno democristiano, mi viene da dire. Io vedo le cose in maniera diversa.
Un consiglio pratico a chi sta contemplando la conversione all'Ebraismo: esistono sinagoghe non ortodosse e se vi convertite con loro sarete comunque cittadini di Israele. Se vi convertite con gli ortodossi rischiate di vedervi annullata la conversione al prossimo restringimento rabbinico. I rabbini europei plaudono alla umiliazione di Druckman e ovviamente dichiarano pure loro nulle le conversioni effettuate da lui.
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venerdì, maggio 23, 2008
לייג בעומר
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giovedì, maggio 22, 2008
Yehoshua sull'antisemitismo
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giovedì, maggio 15, 2008
mercoledì, maggio 14, 2008
sono troppi
La cosa più atrocemente imbecille sta nel nome. Nell'invenzione di un addirittura Commissario con poteri straordinari per risolvere il problema Rom, problema iniziato per una panzana clamorosa, quella della zingara che avrebbe cercato di rapire un bambino a Napoli. Roba non verificata e sulla quale la polizia getta inutilmente acqua sul fuoco e che viene, sai che novità, data per scontata. Per venire incontro al famoso bisogno di sicurezza della stracazzo di famosissima ggggente, non si pensa a istituire un commissariato, una autorità alla sicureza, un comitato ordine pubblico, no. Si indica da subito, nel nome il colpevole e il capro espiatorio. E Penati, da sinistra, si accoda. Adesso ditemi, se voi foste un rom abruzzese, un sinto mantovano, uno di quelli che vivono nelle case, insomma, li mandereste le figlie a scuola? Domani? A stare accanto a compagni di scuola che a casa hanno detto ai genitori Sai che ho una zingara in classe?
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martedì, maggio 13, 2008
tsunami
Rosa inizia spiegando che accostare, o paragonare, due atti criminali è una cazzata strumentale. Ora, se c'è qualcosa che posso aver imparato in un anno di studio intensivo delle fonti ebraiche, è che in un qualsiasi dibattito vince chi impone le regole. L'accostamento imbecille e strumentale tra omicidio razzista a Verona e rogo di bandiere israeliane, è un accostamento, appunto, imbecille e strumentale (sì, anche se lo fanno Gianfranco Fini o Bruno Vespa - davvero curioso pensare che Fini o Vespa dicano delle robe imbecilli e strumentali?) e mi domando perché dare retta (= dedicare spazio, tempo e bytes) a un accostamento imbecille. Perché farsi dettare le regole del discorso da qualcun altro.
Una volta accettate le regole del discorso, Rosa passa a parlare non di bandiere e skinheads, ma di ebrei e fascisti. Cioé, no: prima fa una specie di scoperta dell'acqua calda, ovvero che per la piccola borghesia italiana quando c'era Lui i treni arrivavano in orario. E che, da un po' di tempo, ha preso piede una visione rosea del Fascismo, appena oscurata dalla piccola ombra delle leggi razziali, che se non ci fossero state sai che figata. Ragazzi, che scoperta interessante. Ricordo di aver sentito una decina di anni fa Andreotti dire con la sua solita voce sorniona: "penso che il consenso al fascismo sia finito con le leggi razziali". Ma ricordo che prima ancora, quando il Comune socialista di Milano organizzò una mostra dedicata agli anni Trenta, di leggi razziali manco si parlava. E nella mia Università (quella di Chabod) il solo sfiorare l'argomento causava degli imbarazzati silenzi, con la solita docente di destra che si premurava di spiegare, cambiando discorso, che lei era appena stata all'Unversità EBBraica di Gerusalemme (sì, raddoppiava le B, la signora).
In altre parole, io sono molto più pessimista di Rosa, penso che l'antifascismo organizzato e consapevole sia stato in Italia scelta ideale di una minoranza, la quale minoranza ha creduto di trovare consenso solo quando qualcuno brontolava che piove governo ladro. Il consenso al fascismo c'è stato, si è interrotto quando piatti e pentole erano vuote, si è trasformato in nostalgia rassicurante ad ogni avvisaglia di conflitto sociale e si è esteso fino a coprire di oblio le leggi razziali. Che oggi vengono ricordate solo per dire che gli italiani hanno salvato gli ebrei.
Ma seguiamo il ragionamento di Rosa. C'è stata la premessa maggiore, basata sulla accettazione di un paragone imbecille. Ne è seguita la parentesi storica, in guisa di premessa minore. E ora vediamo la conclusione del sillogismo. Ci sono ebrei che si prestano al gioco, che ringraziano Fini per aver baciato la bandiera di Israele. E se Rosa può capire Fini e la sua disperata (?) ricerca di legittimazione, quello che non riesce a tollerare sono gli ebrei che cercano di andare d'accordo con il governo in carica. E viene da chiedersi che cavolo d'altro dovrebbero fare, gli ebrei, per ottenere la approvazione di Rosa.
Passare il tempo a confrontarsi con fascisti alla Martinez, convinto che sia il Mossad ad aver ordinato ad Alemanno di cacciare i Rom dal territorio della capitale? Invitare Israele a scatenare una guerra contro il governo italiano, democraticamente eletto, e che per ora non minaccia affatto la popolazione ebraica? C'è stato un periodo in cui ero intrigato da tutta questa cagnara sul web, in cui gli ebrei diventavano la raffigurazione disincarnata dell'eterno antifascista o del sempiterno oppressore. Mi chiedevo come fosse possibile che persone in carne ed ossa venissero così rapidamente trasformate in simboli. Trasformare le persone in simboli è una operazione complicata -e alcuni poeti, mai tradotti in italiano, qua in Israele lo fanno con esiti letterari molto superiori a Celine ed Ezra Pound e Drieu La Rochelle e tutta la robaccia fascistoide che è stata rispolverata nei fetenti anni Ottanta.
Ma sul web, quando ci sono di mezzo gli ebrei, le cose diventano molto più facili e immediate. Per qualcuno l'Ebreo è il simbolo del capitale globalizzatore, che distrugge foreste vergini e costruisce villette e centri commerciali. E per qualcun altro l'Ebreo è diventato l'oppositore sempiterno del Fascista, ovunque e comunque. Peggio: ci si ricorda che gli ebrei esistono solo quando e se c'è un nostalgico fascista che va zittito. Che la storia sia maledettamente più complicata ce lo si dimentica. Si stende un velo neanche tanto pietoso sulle vicissitudini degli ebrei fascisti, di chi si è fatto abbindolare, come la maggioranza assoluta della borghesia italiana, dalla retorica risorgimentale e in qualche caso persino anticlericale con la quale Mussolini conquistò il consenso degli italiani.
E prima che una ondata di noia mi tramortisca definitivamente, faccio in tempo a intravvedere la vetta lirica di Rosa: le persecuzioni antiebraiche sono sempre l'inizio della fine, l'incipit di uno "tsunami" che prima o poi travolge tutti. Uh. Vai a spiegarlo agli ebrei russi e polacchi, egiziani o siriani: negli anni Sessanta del secolo scorso, ovvero quando io e Rosa siamo nati, le persecuzioni antisemite (Posso chiamarle così? Posso, davvero? Anche se lo fa Gianfranco Fini?) prendevano di mira gli ebrei e solo gli ebrei e quando e se sono finite, ricominciavano contro gli ebrei e morta lì. Altro che tsunami. C'è qualcosa di morboso, secondo me, in questa raffigurazione degli ebrei come agnelli sacrificali, vittime predestinate di ogni dittatura, primi a morire sempre e comunque. Per Rosa, a quanto pare, è una specie di pietra angolare della sua visione del mondo, della politica e dell'ebraismo intero. Fonda quella eterna opposizione tra ebrei e fascisti che sta, secondo lei, nel mondo delle idee e ogni tanto si incarna su questa terra, il fascista con le vesti di Silvio Berlusconi e l'ebreo, boh - forse con quelle di Bertinotti, soprattutto quando visita il Salone del Libro. O di Marco Travaglio, anche egli perseguitato, se ci fate caso.
E (bis) questi sarebbero gli strumenti concettuali con cui la sinistra italiana si appresta ad attraversare il deserto berlusconiano. Che per me sarà davvero un deserto, sia chiaro, magari anche costellato di miraggi identitari. Auguri, ripeto.
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sabato, maggio 10, 2008
ci sono ancora
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martedì, maggio 06, 2008
yom ha zikaron
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lunedì, maggio 05, 2008
il quarantotto
Pubblicato da נחום alle 7:04 PM 0 commenti
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domenica, maggio 04, 2008
italia, 2008
Tutto questo sarà inevitabile fino a quando gli ebrei della Diaspora continueranno a stare al gioco di Israele, a confondere religione e politica attirandosi la simpatia degli integralisti di ogni risma (commentatrice noiosa di questo blog, 2008).
Gli ebrei nel mondo si distinguono per motivi culturali e/o religiosi, e sono da secoli integrati socialmente (le persecuzioni sono delle aberranti eccezioni della società nella quale si trovavano ovviamente, non degli ebrei). Sono i sionisti che hanno creato un grosso branco di nazionalisti con le funeste conseguenze che vediamo in Medio Oriente ed i riflessi in tutto il mondo. I nazionalsionisti saranno pure ebrei in maggioranza, ma non sono l'ebraismo che ha attraversato i millenni. Purtroppo anche nelle statistiche i termini vengono "miratamente" confusi, ma per gli ebrei in quanto tali non esiste antisemitismo, c'è sicuramente un diffuso antisionismo dovuto al nazionalismo coloniale dei sionisti che hanno invaso la Palestina (militante di sinistra, dal forum it.politica.internazionale)
[Lo scopo degli ebrei] dovrebbe essere di fondersi sempre meglio con gli altri italiani; procurando di cancellare quella distinzione e divisione nella quale hanno persistito nei secoli e che, come ha dato occasione e pretesto in passato alle persecuzioni, è da temere ne dia ancora in avvenire. (Benedetto Croce, 1946)
Paragonare Rosa Luxemburg con Vladimir Jabotinsky? Beh, bisogna distinguere, come insegna Benedetto Croce, tra religione, ideologia e contesto storico (dotto commentatore di questo blog, 2008)
Pubblicato da נחום alle 10:28 AM 1 commenti
sabato, maggio 03, 2008
risposta ai commenti
Ci sono poi quelli che rompono, è il caso di dire, l'anima, con il florilegio di citazioni profetiche - dimenticando che l'orizzonte, diciamo, ideologico dei profeti era una entità politica di cui gli ebrei avevano responsabilità in quanto ebrei, non in quanto generici "esseri umani" che anelano ad uno "Stato per tutti i cittadini" con gli ebrei, guarda che novità, in minoranza.
Insomma: un po' del vecchio album di famiglia (come diceva Vittorio Foa: non la bandiera rossa, ma il sogno della piazza piena di bandiere rosse); l'eterna presunzione di saper sempre giudicare cosa è buono e cosa no in base al metro dello stalinismo - il che si traduce in una insofferenza per gli ebrei che vogliono salvarsi da soli- e una spruzzatina di cattolicesimo paternalista anni Cinquanta. Questo è l'apparato ideologico con cui la Sinistra Arcobaleno si appresta a traversare il deserto berlusconiano. Auguri.
Pubblicato da נחום alle 5:44 PM 0 commenti
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venerdì, maggio 02, 2008
appartenenze due
Sono stato tentato dall'approvarne qualcuno, di quegli insulti, tanto erano stupidi. I più divertenti mi segnalavano che in quel modo facevo vincere Berlusconi, ovvero la Nirenstein, e che i fascisti, tornati al governo, avrebbero perseguitato tutte le minoranze (ebrei inclusi, ovviamente) - sensazionale che i lettori non si siano accorti che tra l'epoca di Rosa Luxemburg e quella di Vladimir Jabotinsly c'è stata di mezzo la Shoah, che nel mio post era rappresentata dai cancelli di Auschwitz - un dettaglio che sembra sfuggire agli antifascisti antisionisti miltantisti. Per dire quanto glie ne importa della difesa degli ebrei in carne ed ossa.
La Luxemburg sembra più nobile perché nel suo modello di ebraismo non ci sono responsabilità politiche. Perché corrisponde all'ebreo debole, che si compiace di rimanere tale. E più penso alla sua sterilità, più mi sento vicino a un sionismo più minimale, lontano da progetti di palingenesi universale. Forse meno messianico, ma la Torah non sta al di là degli oceani e dei cieli.
Pubblicato da נחום alle 8:23 AM 1 commenti
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appartenenze uno
Quando faccio la spesa provo il mio ebraico. Devo avere un accento sudamericano, mi prendono per argentino o brasiliano. Ultimamente anche per americano, sarà per via dei miei compagni di scuola che mi hanno passato qualche erre arrotolata. Tocca sempre a me dire: lo, anì meItalia, no, vengo dall'Italia. Non ci sono molti italiani qui.
Arabi o ebrei, che in questa città a volte distingui solo perché i secondi portano la kippà, ti scodellano allora i soliti luoghi comuni: calcio, pasta. Qualcuno ride e dice Berlusconi, proprio come in Grecia ridevano e dicevano Andreotti - era il periodo che Andreotti era sotto processo e la Grecia aveava cercato di uscire da una sua Tangentopoli con un governo composto da conservatori e comunisti. Chi è cresciuto in Russia ride aggiungendo che il nostro Partito Comunista non era niente di serio, comunisti che amavano il vino e rispettavano le chiese.
Ieri Gerusalemme si è fermata per due lunghissimi minuti - nell'elenco dei nomi che abbiamo letto c'era anche qualche nome italiano. E la cerimonia è finita cantando Ha Tikwa, l'inno di Israele. Una specie di cenno a Yom ha Atzmaut, il Giorno dell'Indipendenza, che nel calendario di Israele segue Yom ha Shoa. Israele come risposta ebraica alla catastrofe, rifugio dalla persecuzioni, in una parola -appunto- Tikwa, speranza.
Il che comporta qualche problema. Cito la mia amica Dena: Israele, il sionismo, mira ad annullare la Diaspora. Un israeliano dovrebbe guardare alla civiltà della Diaspora nello stesso modo in cui gli egiziani di oggi, musulmani, guardano alle piramidi. Relitti di un passato splendido e chiuso.
Insomma: il sionismo non è riuscito a sostituirsi, come religione civica, con i propri riti e il proprio calendario, alla religione ebraica. Ha solo creata un altra interpretazione degli stessi testi, a volte un po' più povera e divenuta rapidamente datata, come le haggadot filo-sovietiche della Hashomer Hatzair, sulle quali i miei amici russi si fanno della gran risate, ormai più nemmeno tanto amare.
Pubblicato da נחום alle 7:18 AM 0 commenti
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