ממש the bubble
Straniante. Percorrere di Shabbat le strade di Gerusalemme, passare accanto ai luoghi importanti della guerra di Indipendenza (che qui sono tutti segnati con delle targhe azzurre e bianche) attraversare Meah Shearim, che forse non c'entra molto con la guerra, ma con il fanatismo sì. E per tutto il tempo l'unico argomento di conversazione sono gli anni Settanta in Italia. Spesso noi europei sfottiamo gli olim americani, dicendo che vivono in una bubble, in una bolla: si frequentano solo tra di loro, cercano nei negozi gli stessi cereali che acquistano a New York o nel Minnesota, non interagiscono con la società israeliana. E per qualche ora mi è capitata la stessa situazione. Che poi anche a chi considera gli anni Settanta il centro del mondo, questa città e questa passeggiata avrebbero molte cose da dire. In Italia c'è chi ha tentato l'assalto al cielo e gli è andata male, qui un gruppo definito "terrorista" ha cacciato gli inglesi (il più grande Impero della storia, per dire) e partecipato alla costruzione di uno Stato - come raccontato da quelle targhe bianche e azzurre, a volerle leggere. Certo, bisognerebbe accorgersi che ci sono... Che là, fuori dalla bolla, c'è qualcosa.
2 commenti:
Ma era un ben diverso "assolto al cielo" quello del quale è stata testimone Gerusalemme...
Passa, quando hai tempo, da. C'è una piccola cosa per te.
Ciao e buona settimana.
Strana è la gente: in Italia (dappertutto) le persone di religione ebraica formano comunità, amano stare tra di loro, chi è sionista viene in Israele, cerca e forma comunità italiane (e di tutte le altre nazioni). Schizofrenici direi.
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Ciao
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