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mercoledì, maggio 28, 2008

a ferri cortissimi

Una delle confusioni più frequenti, dall'Italia, è quella tra sionisti religiosi e haredim, o ultraortodossi. Qui in Israele è più semplice: i secondi sono quelli vestiti di nero, i primi portano la kippah fatta all'uncinetto e la camicia a quadri. In realtà ci sono differenze teologiche e filosofiche - per i sionisti religiosi, che sono gente che ha letto Hegel, Dio interviene nella storia, per i haredim Dio interviene nelle vite dei singoli. Quando in Italia si pensa al rapporto tra religione e politica si è abituati alla Democrazia Cristiana e alle gerarchie ecclesiastiche - che sono il potere. Ribellarsi contro il potere significa ribellarsi contro la religione e collocarsi a sinistra (dove magari ti trovi accanto a qualche prete ribelle). Qui le cose sono un poco più complicate, perché sia haredim che sionisti religiosi non stanno necessariamente a destra o a sinistra.
Sono differenze sulle quali magari tornerò, per ora voglio solo informarvi che i rapporti tra i due gruppi sono in vorticoso peggioramento. Haim Druckman è una figura prestiosa nel mondo dei sionisti religiosi, anche e soprattutto in quello "spicchio" del sionismo religioso che sono i coloni. Non è, per dire, un personaggio di sinistra, o incline al dialogo: credo che la sua idea di società ideale assomigli molto ad una teocrazia, con tanto di ricostruzione del Tempio di Gerusalemme e sacrifici quotidiani. Per molto tempo Druckman ha fatto parte del Rabbinato Centrale di Israele, i cui membri -come in tutte le democrazie proporzionali- vengono nominati dal Parlamento, in base a liste presentate da consigli rabbinici. All'interno di questi consigli rabbinici negli ultimi tempi è crescita la presenza dei haredim, che si vantano di avere criteri più stringenti in un sacco di questioni, compresa quella delle conversioni. E, per farla breve: le conversioni operate da Druckman (migliaia) sono state dichiare nulle dal Rabbinato centrale, che dopo un paio di settimane lo ha anche destituito dalla sua carica. Questo comporta conseguenze non da poco, perché rischia di annullare la cittadinanza non solo di molte persone, ma anche dei loro figli. Anche se il rabbino capo sefardita ha subito trovato un escamotage per limitare i danni e nessuno perderà la cittadinanza, il segnale di irrigidimento è abbastanza chiaro, e adesso c'è gente che non riesce a sposarsi perché è in attesa di certificati di ebraicità kasher.
So che in Italia queste cose non ve le raccontano, perché in Italia si ama immaginare di essere Modern Orthodox. Ma sta di fatto che la haredizzazione del mondo ortodosso ha già portato alla spaccatura negli USA. Accanto all' "ufficiale" Rabbinic Council of America, che distribuisce i marchi di kasherut della Orthodox Union (e ha piegato la testa alla svolta retriva in corso in Israele) esiste ora una organizzazione rabbinica alternativa, guidata da due personaggi molto carismatici del mondo Modern Orthodox: Avi Weiss e Marc Angel. Questa organizzazione considera obbligatorio per i rabbini anche una formazione psicologica (o, come dicono loro, di pastoral counseling) e -tenetevi forte- sembra avere in programma aperture verso le donne, se è vero come è vero che Avi Weiss ha tra le proprie allieve una delle prime Soferet ortodosse. Siamo quindi alla rottura, difficilmente ricucibile a questo punto, tra Haredim e il movimento Modern Orthodox, di cui i sionisti religiosi sono parte. Avremo sempre più gente che è cosiderata ebrea ortodossa, che è sionista religiosa e che viene osteggiata dall'establishment rabbinico in Israele.
Anche perché sul piatto c'è altro, ovvero i diritti delle donne. Forse avete sentito parlare degli autobus mehadrin, in cui le donne ultraortodosse sono (a dirla tutta) segregate e relegate sul fondo. Non molto tempo fa è stata avviata una campagna di stampa per segalare questa faccenda, ed attivissima in questo senso è stata Naomi Ragen. La Ragen non è esattamente un personaggio di sinistra (leggetevi qui le sue opinioni sulle prossime elezioni israeliane) e non è nemmeno una femminista Reform - è una Modern Orthodox che nella sua battaglia contro la haredizzazione della società israeliana sta trovando appoggi -è il caso di dire- a sinistra come a destra.
Forse in Italia tutta questa commistione tra religione e politica vi fa venire voglia di stare con gli ascetici, apolitici, antisionisti haredim, come fa Moni Ovadia. Effetti del malgoverno democristiano, mi viene da dire. Io vedo le cose in maniera diversa.
Un consiglio pratico a chi sta contemplando la conversione all'Ebraismo: esistono sinagoghe non ortodosse e se vi convertite con loro sarete comunque cittadini di Israele. Se vi convertite con gli ortodossi rischiate di vedervi annullata la conversione al prossimo restringimento rabbinico. I rabbini europei plaudono alla umiliazione di Druckman e ovviamente dichiarano pure loro nulle le conversioni effettuate da lui.

domenica, marzo 02, 2008

lacerazioni

La notizia rischia di passare inosservata in Italia: un gruppo di rabbini ortodossi americani ha deciso di organizzare propri tribunali rabbinici, per decidere questioni come la conversione e la kasherut. E' una aperta rottura nei confronti del Rabbinic Council of America, l'organizzazione rabbinica ortodossa USA, che i fondatori di questo gruppo (Marc Angel, tra gli altri) reputano in preda a una haredizzazione non più tollerabile. Si fa quindi più concreta la possibilità di avere prodotti che sono considerati kasher da alcune autorità rabbiniche e non da altre, con le inevitabili conseguenze economiche; e anche quindi conversioni ortodosse che non sono riconosciute da altri rabbini ortodossi. Di tutto questo avevo già parlato. Qualcosa già succede, vedi ad esempio la storia di una cittadina italiana, convertita in Italia dai rabbini Laras, Richetti e Bahbout, che si sta vedendo rifiutata la cittadinanza israeliana, perché probabilmente la sua conversione non è ritenuta valida dai rabbini israeliani. Ne parla la rivista Jerusalem Report, nel numero del 18 marzo, sfortunatemente non on line.
La lacerazione in atto nel mondo ortodosso riguarda non solo dettagli (che poi tanto dettagli non sono) come la kasherut e i criteri in base ai quali riconoscere la serietà degli aspiranti alla conversione. Più in generale è in gioco l'atteggiamento verso la modernità: i haredim, cercano le occasioni di scontro in cui possono mostrare sia un atteggiamento intransigente (rendere impossibile la conversione) sia una autosufficienza economica (riguardo al mercato dei prodotti kasher, per esempio). Il loro grido di battaglia è: "ogni innovazione è proibita dalla Torà", l'icastico e aggressivo manifesto ideologico del Chatam Sofer. E per innovazione si intende qualsiasi variazione dello stile di vita e dell'ordine di valori caratteristico dell'Europa Orientale pre-Illuminismo.
Sì, certo, sono quelli che piacciono molto al pubblico italiano, che se li immagina miti suonatori di klezmer o sognatori comunisti. Che è un articolo di gran moda, presso gente che non ha mai conosciuto un ebreo in vita sua: il venditore è un sefardita mica per niente. Il fatto è che la aggressiva crescita di questo fondamentalismo contrario alla modernità e al sionismo sta infastidendo non poco i settori liberali dell'ortodossia che, appunto, si organizzano fino a sfiorare la scissione dalle istituzioni più rappresentative.

lunedì, febbraio 11, 2008

secondo il rito ashkenazita la donna può guidare il Kol Nidré...

Una guida halakhika ai minyan egalitari. Per gli amanti del genere. Scaricabile qui.

lunedì, ottobre 29, 2007

no smoking

Il dibattito scientifico sui danni del fumo è stato preso in considerazione anche dai rabbini di tutte le denominazioni; che quindi hanno deciso di proibire il fumo. Ma i fumatori ebrei non smettono.
L'ebreo fumatore liberale legge il divieto rabbinico, consulta la letteratura medica e poi, in nome dell'autonomia, continua a fumare.
L'ebreo fumatore Reform legge il divieto rabbinico, consulta la letteratura medica e poi, dal momento che la halakhà non è vincolante, compie la decisione informata di continuare a fumare.
L'ebreo fumatore Massorti legge con attenzione il divieto rabbinico, consulta la letteratura storica, formula una opinione favorevole ed una contraria e poi decide di continuare a fumare in casa, ma di evitare di fumare in pubblico.
L'ebreo fumatore ortodosso continua a fumare. Ha affittato i polmoni a un goy.