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Questo appello è interessante, anche se contiene alcuni passaggi poco comprensibili. Per esempio: come si fa ad essere sicuri che non vi sia alcun "rapporto effettivo" tra le minacce del presidente iraniano Ahmadinejad, e le "possibilità reali del loro avverarsi"?
In ogni caso, non credo che lo firmerò, anche se contiene molti punti condivisibili, p. es. la necessità del pluralismo. Il problema in cui si dibatte la sinistra ebraica italiana è appunto l'accezione in cui intendere questo valore fondamentale della tradizione ebraica. Allo stato attuale delle cose non c'è spazio per noi ebrei progressivi all'interno delle strutture "concordatarie" (cioè: l'UCEI e le Comunità) che regolano la vita dell'ebraismo italiano, sulla base di un concordato di epoca fascista che ha ben poco di pluralista.
Di fronte a queste elementare battaglia, la sinistra ebraica italiana è sempre stata sorda. Questo significa, per noi progressivi, impossibilità di accedere alle fonti di finanziamento cui accedono gli ortodossi e una serie di problemi di natura "pratica" (case di riposo, cimiteri...) che affliggono, oltre a noi, anche coloro che hanno contratto un matrimonio "misto". Paradossalmente a Milano abbiamo ricevuto più attenzione dalla "destra", opportunisticamente interessata alla libertà individuale, che dalla "sinistra" - la quale mostra un disperato bisogno di ortodossia e una soprendente ignoranza di cosa si muove in Israele, adesso, proprio a proposito di pluralismo e diritti di cittadinanza.
In questo appello "pluralismo e pensiero critico" significano solo una cosa: solidarietà a Massimo D'Alema, dopo il boicottaggio (con tanto di sit-in) proclamato nella Comunità ebraica di Roma in una occasione in cui il Ministro ha dato poco elegantemente forfait.
In breve, una questione in cui non mi interessa entrare.Courtesy of Israelshop
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