venerdì, marzo 02, 2007

teoremi

Se fosse esistita una setta di bevitori di sangue ci sarebbe stato sicuramente un cherem da parte di autorevoli rabbini. Siccome il cherem non c'è stato, allora Toaff ha torto. Questa, molto in breve, l'opinione di una fonte autorevole (o quasi) in materia di movimento ebraico di Riforma nell'Ottocento. La trovate, per esteso, qui.
Come ho già detto, non ho letto il controverso libro di Ariel Toaff. Sono perfettamente d'accordo con Anna Foa: la scomparsa dalle librerie lascia un certo senso di amarezza. Ai libri si risponde con i libri. Ma l'argomentazione di cui sopra (chiamiamola Teorema dei Rabbini) lascia davvero interdetti. Non solo perché è ben curioso fare storia con i se. E nemmeno per la sorprendente lacuna sui fatti di Lemberg nel 1848 e dintorni. Queste sono, al limite, faccende professionali. Non depongono proprio benissimo sul profilo culturale dell'Ebraismo progressivo in Italia, ma vabbé.
La questione si fa più complessa quando il Teorema dei Rabbini è enunciato nel sito di una Associazione per l'Ebraismo Progressivo, accompagnato dalla proclamazione che il popolo ebraico avrebbe sempre avuto istituzioni rappresentative della maggioranza.
E viene da chiedere (anzi, da ripetere): Sempre? Il popolo ebraico avrebbe sempre avuto istituzioni in cui anche le donne erano rappresentate? Dico che viene da ripetere perché la domanda era stata posta anche sopra. Ma chi rispondeva (maschio, ndr) ha ignorato e continua ad ignorare la questione della rappresentanza (e dei diritti) di metà del popolo ebraico. Ma cerchiamo di vedere il lato positivo: finalmente sono stati nominati sul predetto sito gli abusi e le violenze che ebrei ultraortodossi e chassidim compiono ai danni delle donne di Gerusalemme.
Ma andiamo avanti. Secondo il Teorema Dei Rabbini, i rabbini avrebbero sempre tenuto alta la guardia contro episodi di violenza. Pazienza se Horowitz racconta altro, in un testo già recensito da prestigiosi intellettuali Reform, ma in Italia, chissà perché, ignorato fino a che non ne ho parlato io. Ci si assicura che se violenza c'è stata, nelle celebrazioni di Purim o altrove, è stata solo reattiva. Reattiva de che? vien da chiedere. Per esempio, nella vicenda di Lemberg/L'vov, ampiamente nota da tempo, -da cui emerge una certa consuetudine degli ortodossi del tempo con l'arsenico- a cosa si voleva reagire ? All'abominevole richiesta liberale di levare la tassazione sulla carne kasher, tassazione di cui beneficiavano, che caso, gli stessi rabbini ortodossi? Ma tant'è: senza leggere né il nuovo libro, né l'altro che è stato scritto sulla vicenda, è già stato deciso che quell'episodio ha riguardato pochi isolati, che volevano far da sé - e soprattutto senza che ne sapessero nulla i rabbini ortodossi.
E così torniamo ai rabbini. Secondo il Teorema dei Rabbini, il rabbino ha, ha sempre avuto, ed è giusto che abbia, il potere, anzi diciamo il dovere, di scomunicare. Scomunicare, nella fattispecie, chi compie atti violenti - o è sospettato di compierli. Cioé, con tanti saluti alla storiografia, il rabbino è principalmente una autorità che ha a che fare con il sacro. Io ho passato gli ultimi mesi a documentarmi sul ruolo del rabbino, perché dovevo affrontare dei colloqui diciamo così di lavoro - e che sono andati molto bene. Posso ovviamente fornire una cospicua bibliografia, perché uno degli esercizi preferiti dei rabbini è spiegare cosa ci stanno a fare, e quelli progressivi, liberali, Reform, ricostruzionisti ecc. sono rabbini come tutti gli altri. Per gli ebrei progressivi il rabbino è essenzialmente un maestro, qualcuno che studia accanto agli altri ebrei (non sopra, perché non abbiamo gerarchie). E siccome l'Ebraismo si insegna con l'esempio, il rabbino costruisce la comunità, provvede che chi si trova ai margini possa ritrovarsi anche al centro della comunità; è, con un brutto anglismo, un facilitatore. Maestro e organizzatore. Non prete, e nemmeno mago; è ovvio che le cose sono diverse nei circoli chassidici - quei signori che non amano avere le donne accanto sugli autobus e nemmeno quando pregano al Kotel. In quegli ambienti si ritiene che i rabbini siano tanto esperti nel sacro da fare, addirittura, i miracoli. Ma questa è un'altra storia.
Il presidente dell'Associazione per l'Ebraismo Progressivo e il Responsabile dei Contenuti del Sito formulano una analisi storica basata sul Teorema dei Rabbini, secondo cui il rabbino maneggia il sacro e sancisce scomuniche. Cioé è un prete, nella sua accezione più autoritaria. E considerano questo teorema una "analisi" del cherem. Ancora più preoccupante: per loro il rabbino è essenzialmente un uomo di potere. Grazie al potere di scomunica dei rabbini si può persino evitare l'antisemitismo, quando dei cristiani eventualmente si infuriano; pè proprio vero: meglio evitare di fare storia con i se, perché porta sempre a dover costruire nuove ipotesi. E' faticoso, insomma.
Ma ancora più faticoso deve essere rimanere dentro l'Ebraismo progressivo quando si è convinti che le istituzioni ebraiche sono sempre state rappresentative della maggioranza, quando tra queste autorevoli istituzioni si includono i Batei Din in cui le donne non hanno diritto di comparire come testimoni (io non mi sento rappresentato da questo genere di istituzioni) e quando si ha una idea gerarchica e clericale del ruolo dei rabbini, conforme al detto Teorema.
Rimanere ebrei progressivi continuando ad omaggiare l'ortodossia è senz'altro faticoso. Ma probabilmente basta avere una certa concezione della storia ebraica "e ragionarci sopra" - evitando, si capisce, certe letture.

P.S. Su ghetton l'usuale profluvio di fango contro i Reform è stato sostituito da commenti entusiasti a proposito della strada che a Lev Chadash si sarebbe intrapresa verso l' "ebraismo corretto". Che caso.

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