domenica, agosto 05, 2007

culturalshock4

Sto per fare una rivelazione sensazionale: anche in questo Paese esistono gli str***i, quelli che non rispettano la fila e quelli che ti prendono la roba dal carrello al supermecato. Ci sono persino i reati e gente che vive di espedienti poco chiari. Per esempio vorrei sapere se l'attività di cambiavalute del negoziante all'angolo è legale. Ci sono pure i padroni di casa str***i, del tipo che se l'acqua calda non va ti dicono che è per la tua salute, fa bene fare docce fredde d'estate, e che ti manderebbero il tecnico della caldaia (dei pannelli solari) ma non lo fanno perché ci tengono alla tua briut - salute.
Il padrone di casa della casa da cui scrivo NON è uno di questo tipo. E' un pensionato delle poste, è nato in Irak, è arrivato in Israele più o meno quando aveva sette anni e prima di andare in pensione ha fatto questo piccolo investimento, che sarebbe l'appartamento. Durante i mesi in cui non è a Gerusalemme se ne va in giro per il mondo (Thailandia, Cina, Perù) e se abbiamo qualcosa da chiedere parliamo con la sua cognata. Che, come lui, è gentilissima, cortese e sempre disponibile.
Ora mi è successa una cosa strana, cioé che lui ha suonato alla porta mentre io stavo su Internet a leggere i deliri che circolano nella sinistra italiana. A quel che sembra, gira in Italia la seguente leggenda. In Irak ebrei e arabi vivevano pacifici fianco a fianco e tutti gli arabi avevano il loro bravo amico ebreo; che poi va a sapé se gli ebrei hanno l'amico arabo, secondo me no, perché loro si sentono il popolo eletto e sono tutti un po' snob. A un certo punto succede che arrivano i sionisti brutti cattivi e potentissimi e vogliono rompere l'idillio, allora mettono le bombe nelle sinagoghe, per costringere gli intimiditi ebrei irakeni a fuggire dal paradiso e rifugiarsi nel Paese, che appunto, è venuto a bombardarli.
Ora, detta così, lo so, fa ridere. Ma quello che la stava raccontando faceva sul serio. Tanto era affezionato alla idea che se qualcosa si rompe tra ebrei e arabi è sempre colpa dei sionisti. E i dalemiani a dargli ragione, tanto è forte la nostalgia per questo idillio. Sta di fatto che il signor O., che manco legge l'inglese figurarsi l'italiano, ha suonato alla porta mentre lo schermo del mio computer ridondava di queste leggende spacciate per vere, poggiandosi su fonti di carattere eminentemente locale.
Per chi non lo sapesse è nel 1934 che gli ebrei vengono espulsi dalle accademie in Irak e vien eimpedito loro l'esercizio delle libere professioni (indovina da chi hanno preso l'idea) ed è nello stesso anno che inizia una ondata di pogrom: nella sola Baghdad si contano più di 200 vittime dell' "antisionismo" dell'epoca.

Alya dall'Irak, 1951

Non escludo affatto che il risentimento dei sefarditi, all'epoca di Casablan prima versione, abbia portato a far scrivere spropositi di questo tipo, del genere ma perché non ce ne siamo rimasti a casa, che qui è pieno di antisemiti. Antisemita è una parola molto comune nella politica israeliana e non esiste parlamentare della Knesset che non sia antisemita secondo un altro parlamentare. Esattamente come non esiste parlamentare italiano che non sia stato definito almeno una volta fascista; però ci sarebbe da ridere se si usassero gli insulti che volano in parlamento come prove per dimostrare che il presidente del Consiglio è Benito Mussolini e i sindacati sono stati sciolti.
Sta di fatto che mi trovavo in una stanza di casa a parlare con il proprietario di casa, che ha una storia di persecuzioni, di fuga da pogrom; di immigrazione, di primi mesi passati nelle tende, in un campo profughi da cui poi è potuto uscire e poi di integrazione dentro questo Paese, fino a raggiungere quella che alla gran parte delle generazioni precedenti di ebrei irakeni non era stato possibile raggiungere: una vecchiaia serena. Mentre parlavo con lui, in un'altra stanza il computer era acceso e c'era della roba sopra di cui mi vergognavo. Menzogne ripetute fino allo spasimo (qui, per un resoconto più realistico) e roba alla quale, in Italia, credono perfino degli ebrei.

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