נסיעה טובה
Il mo amico Erin -che ebraicamente si chiama Nahum come me e che prima o poi aprirà un blog- mi ha raccontato come è finito in questa faccenda del diventare rabbino. La sua era l'unica famiglia ebraica in una piccola città della Georgia -e io ho pensato quante famiglie di questo tipo sono sparse nelle città italiane. Un giorno, a scuola (scuola pubblica, per gli ebrei americani è imperativo contrastare la privatizzazione del sistema scolastico), l'insegnante -che non era ebreo- ha pensato bene di chiedere a lui di spiegare la Shoah e la Seconda Guerra Mondiale ai suoi compagni di classe. Erin sapeva molto poco, perché aveva solo sette anni e perché anche nella sua famiglia non si usava spiegare ai bambini sai, ci volevano uccidere tutti quanti.
Così Erin, dopo una mattina difficile, di quelle che ti fanno diventare grande, ha deciso che doveva saperne di più. Ha iniziato a studiare, ci ha preso gusto e negli scorsi anni ha insegnato storia ai bambini della sua sinagoga. E così io ho scoperto come mai gli ebrei americani conoscono bene la storia del popolo ebraico: perché da loro la si studia, come parte della preparazione al bar mitzwah o alla confirmation, un bar mitzwah che si fa a diciotto anni. Probabilmente per questo sono così restii a dividere Gerusalemme (ci sarebbe poi il fatto che, come americani, hanno presente cosa è successo ai Sioux quando hanno accettato la proposta di terra in cambio di pace).
Sono passati più di venti anni ed Erin è in Israele con la sua famiglia: una moglie e una bella bambina di due anni, una delle jewish american princess più adorabili che ho mai visto. Hanno deciso di visitare la Polonia, nella pausa estiva che inizia oggi. Sono partiti stamattina, è la prima volta che vedono l'Europa, che per gli ebrei americani è una specie di cimitero di famiglia. Mi mette davvero i brividi pensare che sono davvero pochi i miei compagni di scuola che hanno potuto parlare con dei nonni. Erin e sua moglie, vedranno anche Auschwitz, in giorni diversi. Qualcuno deve restare con la bimba: per lei è troppo presto.
Nessiah tovah, haverim.
Così Erin, dopo una mattina difficile, di quelle che ti fanno diventare grande, ha deciso che doveva saperne di più. Ha iniziato a studiare, ci ha preso gusto e negli scorsi anni ha insegnato storia ai bambini della sua sinagoga. E così io ho scoperto come mai gli ebrei americani conoscono bene la storia del popolo ebraico: perché da loro la si studia, come parte della preparazione al bar mitzwah o alla confirmation, un bar mitzwah che si fa a diciotto anni. Probabilmente per questo sono così restii a dividere Gerusalemme (ci sarebbe poi il fatto che, come americani, hanno presente cosa è successo ai Sioux quando hanno accettato la proposta di terra in cambio di pace).
Sono passati più di venti anni ed Erin è in Israele con la sua famiglia: una moglie e una bella bambina di due anni, una delle jewish american princess più adorabili che ho mai visto. Hanno deciso di visitare la Polonia, nella pausa estiva che inizia oggi. Sono partiti stamattina, è la prima volta che vedono l'Europa, che per gli ebrei americani è una specie di cimitero di famiglia. Mi mette davvero i brividi pensare che sono davvero pochi i miei compagni di scuola che hanno potuto parlare con dei nonni. Erin e sua moglie, vedranno anche Auschwitz, in giorni diversi. Qualcuno deve restare con la bimba: per lei è troppo presto.
Nessiah tovah, haverim.
Nessun commento:
Posta un commento