mercoledì, settembre 05, 2007

orsi

Uno dei luoghi di Gerusalemme che mi piace di più è Kikar Safra, la piazza davanti al Municipio. Con le sue linee dritte e gli edifici squadrati, potrebbe assomigliare ad un quadro di De Chirico. Però ci sono gli orsi.

Tutt'intorno alla piazza ci sono questi statuotti di orsi sorridenti.

Un orso per ogni Paese del mondo; una bella idea per una città che due religioni su tre considerano il centro del mondo. Il concetto guida dell'opera -che ha un effetto meno deprimente dei molti monumenti ai caduti che adornano le piazze italiane- è il principio ebraico della responsabilità umana verso la natura, come principio guida nelle relazioni tra i popoli. La nostra religione, infatti, non obbliga gli uomini a credere in qualcosa, ma li spinge a stipulare accordi e a rispettarli.


In sintesi: evitiamo di farci la guerra, che è poco ecologico e poi si sprecano un sacco di energie. Cerchiamo piuttosto di stabilire dei patti tra di noi. Per stabilire un patto -che è un altro concetto base della civiltà ebraica- occorre prima di tutto riconoscersi. E anche questo riconoscimento della soggettività dell'Altro è un gran bell'insegnamento della nostra tradizione, per la qual il rapporto tra Dio e l'uomo ha la forma, appunto, di un patto.
Ah, a proposito: questo orso rappresenta la Palestina.



Ripeto per chi non se ne fosse accorto: nel centro di Gerusalemme ci sono statue dall'aria simpatica che rappresentano tutti i Paesi del mondo. Tra i quali, appunto, anche la Palestina. Perché, sapete, Israele riconosce il diritto dei palestinesi ad uno Stato. Il contrario, purtroppo, non è sempre vero.

Nessun commento: