Michael Heymann z.l.
Io lo so che da adesso in poi, poco prima dell'Alenu, ci guarderemo l'un l'altro e sentiremo la mancanza di Michael e del suo accento tedesco. Vi velcom our guests - disse una sera di qualche anno fa: io e mia moglie eravamo, appunto, ospiti di quella che adesso è diventata la nostra sinagoga. Michael Heymann, qualunque fosse il ruolo che ricopriva (e di ruoli ne ha ricoperti tanti, anche nel movimento Reform israeliano), era uno dei volti familiari. Forse il volto più familiare, quello che ti porgeva il Siddur all'ingresso, quello che ricordava le attività della settimana prima della fine della funzione, il primo ad arrivare e sempre l'ultimo ad uscire. Di solito in giacca e cravatta. Perché uno mica è yekke per niente. La nostra sinagoga ha appena festeggiato i suoi cinquanta anni. Michael, uomo giusto, è riuscito a esserci.
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