sabato, aprile 05, 2008

Dinah

Qui a fianco ho iniziato una sezione Scaffale. E ci annoto i titoli dei libri che sto leggendo, e di quelli che ho letto e che mi frullano in testa. Io sono uno che i libri non solo li legge, ma li rilegge fino a consumarli. L'unico romanzo in italiano, finora, è Ladri nella notte di Arthur Koestler, un capolavoro che mi lega per molteplici vie ad un amico italo-ungherese.
Stavo riflettendo sullo stupro di Dina, che nel percorso del protagonista è un punto di svolta, che lo porta a lasciare il kibbutz socialista e a unirsi all'Irgun. Dina è una giovane ebrea europea, sopravvissuta alle violenze antisemita degli anni Trenta e rifugiatasi come tanti in Terra di Israele. Viene stuprata ed uccisa da due arabi, come segno di guerra contro il kibbutz appena insediatosi - su terra semiarida pagata a carissimo prezzo. Son cose che succedevano, eh.
Mi è venuto in mente il racconto biblico sullo stupro di Dinah, come è raccontato in Genesi 34. Gli studiosi discutono da tempo se quello di cui parla il testo sia da considerare uno stupro propriamente detto o implichi anche una questione di abbassamento del livello sociale, come sembrano fare intendere i fratelli di Dinah alla fine del capitolo.

massacro degli abitanti di Shechem

Sappiamo poco della sessualità dell'epoca dell'autore di Genesi 34, ma sono certo che la questione della dignità e dell'abbassamento era ben presente al giovane Koestler, quando ha lasciato un kibbutz socialista per unirsi a un gruppo il cui inno parla di splendore ed orgoglio

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