martedì, giugno 10, 2008

l'inferno e le buone intenzioni

No, non ce lo metto il link, l'autrice del blog in questione non merita tanta pubblicità. E poi non è nemmeno un personaggio originale, scommetto che ognuno di noi conosce almeno una decina di persone che ragionano (vabbé, ragionano...) allo stesso modo. Comunque state a sentire: sul suo blog racconta che si è fatta la ceretta come la fanno le egiziane, e ci mette pure le fotografie. Strap strap. Una palla dal profumo di miele che ti leva tutto il pelame: a quanto pare in Italia l'estate si avvicina e il tanga è d'obbligo e come è come non è devi depilare anche giù là, e a proposito di giù, ecco che siamo passati ai commenti. Il tono è ammiccante e divertito, modello pagina delle lettere a periodico femminile medio alto post femminista; per un certo periodo della mia vita io quelle lettere le ho scritte per lavoro, ci ho l'occhio per lo stile tipo al mio findanzato gli piace depilata e io che devo fare, sennò poi mi tradisce. Per una calda e seducente mediorientale, fanno intendere i commenti: così il discorso scende giù, a parlare delle estetiste egiziane che quando sei in posizione ginecologica te la guardano schifate sai loro sono abituate con le circoncise. Quelle che ce la hanno tagliata. E via con dotte spiegazioni e linki e rimandi a wikipedia.
Ora, io qui apro un inciso per dirvi che le pagine più indimenticabili sulla depilazione femminile le ha scritte secondo me Guia Soncini, nelle sue corrispondenze dalla Versilia, dove a quanto pare la facevano pure brasiliana al cioccolato. Senonché la Soncini è di destra, scriveva su Il Foglio, era in Versilia alla ricerca dei fallimenti estivi delle amministrazioni di sinistra, faceva la parte della fidanzata trascurata ma con una classe indimenticabile, che io adesso googelerei Guia+Soncini+depilazione per poterlo rileggere, con dentro la storia di un fidanzamento in crisi. Vabbé, ho trovato solo questo: un collega livoroso, non a caso anonimo. La depilazione al salone di bellezza del Principe di Piemonte di Viareggio era un indubbio successo, la Guia non riuscì a trovare alcuna traccia di fallimento ideologico e sì che ci si era messa d'impegno. L'articolo era esilarante, riusciva ad evitare battute sul pelo e l'uovo. E non provava nemmeno a spiegare che ci sono mutilazioni legittime.
Invece la bloggatrice in vena di odalischismi che ci dà giù coi commenti, è esperta nell'alternare il registro dell'intimo con quello della cattedratica ideoligica, che solo lei conosce l'Egitto e quindi l'intero medio oriente. Questa pagina del blog è un vero e proprio dialogo della (sua) vagina con biblioteche di studi culturali (altrui. E da buttare). Così ci spiega che le circoncise pare abbiano più fascino, perché sono lisce e non labbrute e le estetiste egiziane, pare di intendere, hanno tutto il diritto di avere a schifo le superfici non appiattite e lisciate, perché la norma è quella e ciò che differisce dalla norma fa sempre schifo, qualunque sia la norma. Che poi, tenetevi forte, quando il governo provò a proibire la pratica, milioni di donne finirono nelle braccia delle mammane e abbiamo avuto massacri e stragi. Questo dipende dal fatto che nell'Islam (checché vi abbiano raccontato) sono le donne che decidono, e in questo caso decidono di mantenere in vita degli usi e costumi africani (roba da negri) che l'Islam vero (roba da arabi) ha cercato di limitare, introducendo taglietti superficiali. La strada dell'Inferno è lastricata di buone intenzioni, si fa in fretta a voler proibire, poi guarda cosa succede. Una cava di cazzate servita con il tono apodittico della docente di scuola media, madre di famiglia (ma la figlia ce li ha i taglietti non invasivi che sono la norma negli ospedali? vien da chiedere) e rafforzata dall'ammiccamento alle parti intime, contando che metà del genere umano non ha idea di cosa si provi ad averle, quelle parti. Ma brama per toccarle con mano o altro.
Ora io vorrei sapere se questo assoluto rispetto per la norma che è la loro e che non possiamo imporre la nostra, debba valere anche per il signor Warren Jeffs, la cui famiglia, allacciandosi ad una antica tradizione ha messo in piedi una setta di poligami dove la norma è che lo zio si scopa la nipote e se nasce un nipote maschio ha buone possibilità di essere sbattuto fuori dai confini della comunità (e di finire, letteralmente, in strada) per restringere il numero dei pretendenti. E, recentemente, la questione di cosa deve fare lo Stato con una norma oppresiva verso le donne ma a quanto pare assolutamente difesa dalle donne stesse, si è posta con particolare evidenza.
Quindi la domanda è: la norma delle infibulazioni (così, chiamando le cose con il loro nome) va mantenuta e non giudicata né condannata tanto quanto la norma osservata dalla famiglia Jeffs? E ovviamente la risposta è no, perché quella della famiglia Jeffs è mormone ed USA, quella delle affascinanti egiziane appiattite è islamica e araba.
Per gli interessati ai morbosi dettagli. Sono ebreo, ho fatto circoncidere mio figlio, in Israele lo fanno i medici, senza alcuna conseguenza per la salute. Il governo egiziano e le cattivissime e benitenzionate organizzazioni internazionali, evidentemente, non hanno voluto seguire l'esempio sionista. Sarà colpa anche questa della guerra dei Sei Giorni, che vi devo dire.

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