mercoledì, maggio 09, 2007

Fausto Bertinotti e il mio servizio civile

A Gerusalemme Bertinotti ha ricevuto una lavata di capo dai rappresentanti degli italkim, gli italiani di Israele.
Vorrei raccontare qualcosa sul servizio civile che ho svolto in mezzo a elettori e militanti del partito di Bertinotti e (all'epoca) Cossutta, sul primo colloquio in cui mi hanno chiesto cosa provavo nel vedere i soldati israeliani che sparano sui bambini palestinesi: argomento di cui avrei parlato volentieri da pari a pari, soprattutto tra compagni, ma in quel caso io ero una recluta, loro -i compagni- i miei superiori. Che mi hanno rifiutato la licenza per le feste ebraiche; perché, dicevano, la legge la prevede per i militari, non per chi fa il servizio civile. E sulla scorta di tale elasticità nell'interpretazione del regolamento mi sono dovuto pagare da solo un sacco di panini, perché casualmente alla mensa servivano sempre maiale, soprattutto da quando era venuta fuori quella storia delle elezioni, che gli ebrei pretendono di obbligare la maggioranza degli italiani a votare quando votano loro. E potrei aggiungere che i compagni si sono divertiti un sacco con battute su Auschwitz anche quando andavo dal barbiere - fuori dall'orario di servizio- oltre a obbligarmi ad incontrare dei sedicenti profughi palestinesi, uno dei quali si rifiutava ghignando di dirmi il suo nome, un altro non aveva nulla contro gli ebrei ma se ti spiego cosa sono i sionisti c'è solo da avere paura sono segreti teribbili e assassini, un altro diceva che il suo migliore amico era ebreo. Uno dei tanti amici ebrei degli antisemiti: conosco pochi ebrei che dicono il mio migliore amico è un palestinese, che strano.
Sì, ero solo contro tre, anzi contro una platea (in cui ho visto facce mai viste in seguito, né prima), però vennero a darmi man forte degli amici radicali, che applaudivano in maniera convincente e soprattutto avevano portato il cronista. Poi c'è stato l'intervento dei frikkettone del paese che spiegava che tutte le religioni portano la guerra infatti anche in India, c'è stato uno dei compagni di Rifondazione che si è sentito in obligo di ripetere per l'ennesima volta che nel 1977 i fascisti gli avevano sparato. Sì, gli avevano sparato, era stato probabilmente un magnaccia locale, fascista ovviamente (quella dell'affinità tra malavita ed estrema destra è una questione interessante) e lui, il compagno, stava andando a puttane, ma questo faceva parte di una tradizione orale della sinistra locale ai cui segreti ero stato ammesso, perché - proprio in quanto ebreo- si presupponeva che della sinistra facessi appunto parte. E così l'iniziativa che si intitolava "Per non perdere la memoria" (quella dei palestinesi) è entrata nel novero delle occasioni perdute. Nulla di male: pochi mesi dopo c'è stato il primo incontro tra Rabin ed Arafat a Camp David e anche in Brianza la sinistra avrà aggiornato i propri riferimenti culturali - se non altro perché quel simpatico frikkettone avrà provato, di nuovo, ad andare in Afghanistan.
Bertinotti a Gerusalemme ha dovuto ascoltare la lettera di Sergio Della Pergola che gli spiegava che gli ebrei italiani che una volta votavano massicciamente a sinistra (80% negli anni Settanta) hanno cambiato idea; o, peggio, è cambiata la sinistra - votata adesso, più o meno, dal 40%. E chiede: cosa è successo? A me è successo, viene da dire, che ho fatto il servizio civile in Brianza. E che poteva andare meglio.

Nessun commento: