mercoledì, luglio 25, 2007

Netanyahu

Il faccione di Bibi inizia a campeggiare dai manifesti, così ho fatto incursione in un gruppo di discussione italiano che dovrebbe dibattere la politica internazionale. E ho posto la questione: su cosa si basa il successo di Netanyahu? In Italia ci si diletta ad immaginare che lui sia parte (o forse addirittura a capo) di una specie di Spectre che unisce tutto quello che è antipatico a Diliberto: i fondamentalismi protestanti, i neocon, i sionisti... La risposta è molto più semplice: in questo Paese Bibi è popolare perché la sua (piaccia o meno) è una delle famiglie fondatrici. Da questo punto di vista non è diverso dal santificato Ytzhak Rabin; in questo Paese piace sentirsi parte di una stessa famiglia - per questo motivo non è un luogo per permalosi. Io mi ci trovo benissimo, ma ci sono americani che vanno in terapia dopo la quinta volta che un locale gli grida "rega!" perché vuol passare col rosso (il locale, non l'americano).
Bibi Netanyahu è soprattutto il fratello di Ioni Netanyahu, un eroe nazionale, ammirato da tutte le parti politiche, che ha rinunciato ad una brillante carriera accademica a Harvard per fare il militare e difendere il popolo di Israele. E' poi tragicamente morto a trent'anni ad Entebbe mentre cercava di liberare degli ebrei (attenzione: non degli israeliani, degli ebrei) dalle grinfie della sbirraglia antisemita, che aveva diviso i prigionieri tra ebrei e non ebrei. seguendo una logica che porterà alla morte di Leon Klinghoffer, superstite della Shoah, i cui assassini trovarono ricetto sul suolo italiano.
Quella sbirraglia antisemita era allora molto popolare nella sinistra italiana (e forse lo è ancora, ma di questo parlerò un'altra volta). Personalmente sono convinto che Ioni Netanyahu sia un eroe della lotta contro l'antisemitismo e il pregiudizio razzista - guardatevi questo sito e capirete cosa voglio dire. Le lettere di Ioni alla famiglia sono un documento straordinario del suo amore per la vita e del suo desiderio di non essere un "ebreo errante", in attesa della prossima persecuzione.
Ma in rete ci sono alcuni che, come bestie cornute alla vista del rosso, non sanno trattenersi e basta a loro vedere qualcosa di israeliano che devono dar fondo al complottismo. Ho così appreso che secondo i soliti documenti enonimi e riservati, tutta l'operazione Entebbe sarebbe avvenuta per le trame del Mossad. Non solo la liberazione degli ostaggi, anche il rapimento. Ora, per quale ragione uno Stato dovrebbe mandare a farsi ammazzare i suoi soldati migliori, in un periodo in cui le sue fontiere sono tutt'altro che sicure, è un interrogativo che non sfora la mente dei complottisti, perché conoscono già la risposta: Israele voleva espandersi, nientemeno, in Africa e per poterlo fare aveva bisogno di truppe agguerrite che gli muovessero contro.
Come e in che modo questa plot theory sulla morte di Ioni Netanyahu riesca a spiegare il successo elettorale del fratello (che era la mia domanda), davvero mi sfugge. Io ho fatto una domanda, ho suggerito una risposta, ed il primo, immediato, intervento non è stato per suggerire una risposta alternativa, ma per dire roba che non c'entra una mazza. E' davvero sorprendente come l'opinione degli israeliani non interessi affatto a chi vuole discettare sul Medio Oriente. Sento, in altre parle, una gran puzza di colonialismo e di paternalismo, come se lo Stato degli ebrei fosse abitato da bambinoni irresponsabili, le cui parole non meritano di essere ascoltate e che hanno sempre bisogno di qualcuno per fare loro la predica. Che è poi, guarda che strano, il modo in cui la Chiesa cattolica pre Vaticano Secondo ha sempre guardato al popolo ebraico. Gente che va aiutata "con dolcezza e riguardo" (cioé con la privazione dei diritti e non con il massacro) a scegliere la vera fede, a vedere la verità.

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