lunedì, agosto 27, 2007

e se Timna

Rav Elihau Guttmacher di Posen (1796-1874) è stato uno dei grandi precursori del sionismo religioso, autore di diversi commenti a passi talmudici che poi sono finiti nella edizione di Vilna del Talmud. Altri suoi scritti sul tema della redenzione e dell'esilio sono stati pubblicati negli anni Settanta. Nella collezione dei suoi responsa ce ne è uno molto interessante.
Timna, la figlia di Lotan, chiese a Abramo, a Isacco e a Giacobbe di essere convertita all'Ebraismo. Ma tutti e tre la rifiutarono, sicché lei finì per diventare la concubina di Elifaz, figlio di Esaù e dalla loro unione nacque Amalek, il nemico imperituro del popolo ebraico (Genesi 36:12). Guttmacher ne conclude che i patriarchi avrebbero dovuto accogliere Timna "sotto le ali della Shechinah".
Il responso è citato in un recente articolo di rav David Ellenson, rettore dello Hebrew Union College (il più importante collegio rabbinico americano), in cui chiarisce che il requisito ortodosso per la conversione (l'accettazione di tutte le 613 mitzwot) non è LA posizione ebraica, ma UNA delle posizioni possibili. Mi è capitato un paio di volte di sentire una lezione di Rav Ellenson: un uomo eccezionale per mitezza, erudizione e statura morale. Sta anche lavorando a un libro sulle conversioni, le cui fonti sono i responsa degli ultimi due secoli.
Io prenoto il libro da subito e credo che anche in Italia convenga pensarci.

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