che succede laggiù
Tra le molte cose che noi studenti rabbini dobbiamo fare, ci sono i progetti di Tikkun Olam - che è un modo di definire la giustizia sociale. C'è una vasta gamma di progetti (dalla Open House per i diritti dei gay a un centro di ascolto per giovani in fuga dalle loro famiglie) e per ragioni che non mi ricordo nemmeno più io ho deciso di passare del tempo in una casa di riposo, i cui ospiti sono soprattutto ebrei russi che parlano yddish e una varietà di altre lingue. C'è anche una signora di origine balcanica che non vedeva l'ora di scambiare qualche parola in ladino. Ieri, sulle pareti di quella casa di riposo ho visto una di quelle foto che valgono più di diecimila parole. C'era una soldatessa che aiutava una anziana signora a mettere la maschera antigas.
E proprio quella anziana signora mi è passata davanti, barcollando con il suo deambulatore. Sono passati tanti anni dalla Guerra del Golfo, io sono cambiato non poco, ma quella signora non è cambiata affatto, porta ancora lo stesso foulard attorno alla testa, come fanno le russe in provincia. Ho pensato che quella signora ha rischiato per due volte di morire per colpa del gas avvelenato. La prima volta per gas nazista, la seconda volta per gas irakeno. Saranno pure due ragioni diverse (la famosa differenza tra antisionismo ed antisemitismo, che sarebbe così: l'antisionista desidera che gli ebrei rimangano senza difese, l'antisemita anche). Però sempre gas è; gas che uccide.
Ora mi chiedo come si possa sostenere che l'antisemitismo arabo terminerà quando qui si costruirà uno Stato binazionale: perché questa è la fesseria che mi capitava di sentire in Italia. Che da parte araba non c'è odio (ma no, figuriamoci), solo il legittimo desiderio di far tornare me e quella anziana signora parte di una minoranza, alla mercé del prossimo capopolo in cerca di capri espiatori. Davvero, vorrei che qualcuno dei sostenitori di questa strampalata ipotesi potesse visitare quella casa di riposo, da cui l'Italia cattodemocratica del 2007 sembra lontana quanto quella fascista del 1938.
E capisco, in Italia succedono tante brutte cose - l'ultima porcata di Calderoli e del maiale, per quel che ne capisco da qui, fa davvero rabbrividire. Una visita in una casa di riposo israeliana non è esattamente all'ordine del giorno, perché ci sono tante altre realtà tristi di cui occuparsi e su cui intervenire. Ragioni per parlare, ad alta voce; per far sentire la propria posizione. Peccato che ci sia così poca gente che vuole ascoltare. O guardare delle fotografie appese ai muri. Peccato, davvero.
E proprio quella anziana signora mi è passata davanti, barcollando con il suo deambulatore. Sono passati tanti anni dalla Guerra del Golfo, io sono cambiato non poco, ma quella signora non è cambiata affatto, porta ancora lo stesso foulard attorno alla testa, come fanno le russe in provincia. Ho pensato che quella signora ha rischiato per due volte di morire per colpa del gas avvelenato. La prima volta per gas nazista, la seconda volta per gas irakeno. Saranno pure due ragioni diverse (la famosa differenza tra antisionismo ed antisemitismo, che sarebbe così: l'antisionista desidera che gli ebrei rimangano senza difese, l'antisemita anche). Però sempre gas è; gas che uccide.
Ora mi chiedo come si possa sostenere che l'antisemitismo arabo terminerà quando qui si costruirà uno Stato binazionale: perché questa è la fesseria che mi capitava di sentire in Italia. Che da parte araba non c'è odio (ma no, figuriamoci), solo il legittimo desiderio di far tornare me e quella anziana signora parte di una minoranza, alla mercé del prossimo capopolo in cerca di capri espiatori. Davvero, vorrei che qualcuno dei sostenitori di questa strampalata ipotesi potesse visitare quella casa di riposo, da cui l'Italia cattodemocratica del 2007 sembra lontana quanto quella fascista del 1938.
E capisco, in Italia succedono tante brutte cose - l'ultima porcata di Calderoli e del maiale, per quel che ne capisco da qui, fa davvero rabbrividire. Una visita in una casa di riposo israeliana non è esattamente all'ordine del giorno, perché ci sono tante altre realtà tristi di cui occuparsi e su cui intervenire. Ragioni per parlare, ad alta voce; per far sentire la propria posizione. Peccato che ci sia così poca gente che vuole ascoltare. O guardare delle fotografie appese ai muri. Peccato, davvero.
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