sabato, ottobre 06, 2007

un continente di a-ha

Quando ci troviamo, gli americani mettono insieme delle folle, noi europei sempre dei gruppetti. Va a sapé perché. Counque stasera siamo un piccolo gruppo di israeliani e persone che pensano se diventare israeliani, tutti cresciuti in Europa. Ovviamente si parla anche di politica. Che è una passione tipicamente europea.
Così il discorso cade sul candidato sindaco di Gerusalemme. Un tizio che farebbe l'imprenditore, che ha fatto un sacco di soldi, che ama vantare le sue origini umili, che è ferocemente anticomunista, che è in odore di mafia e traffici illeciti, che è diventato molto popolare dopo aver acquistato una squadra di calcio e averla portata a vincere campionati. E che adesso vuole entrare in politica. La reazione di noi italiani è sai che novità. E via a parlare di Berlusconi. Finché qualcuno, che sarebbe pure un compagno, ti interrompe e dice: "Meglio Berlusconi capitalista di quello che avevate prima, quello di sinistra corrotto, che faceva affari con gli arabi [e qui per un attimo ho pensato: ce l'ha con le coop rosse?] e che poi è andato a finire in Tunisia".
Ecco, e qui ho pensato: da dove cavolo inizio a spiegargli la gloriosa storia del partito di Nenni finito poi nelle tangenti? Provo a immaginare come raccontare tutta la faccenda. "C'era una volta la Democrazia Cristiana, che era brutta e cattiva, e poi c'era il Partito Comunista che non poteva vincere le elezioni, così se ne è fatto forte il Partito Socialista in cui sono entrati degli imprenditori molto corrotti..." E qui, lo so, arriva la domanda: E gli ebrei cosa votavano? Come cavolo faccio a spiegare a uno che viene dalla Russia sovietica che sì votavano (votavamo) comunista (o a volte un po' più in là). Votavamo lo stesso partito che ha applaudito all'invasione dell'Ungheria. Come lo spiego che in Italia qualcuno era comunista, a lui, che i comunisti erano quelli che ti stampavano un segno di riconoscimento sul passaporto se eri ebreo, che si divertivano a renderti la vita impossibile, che avevano il potere ed il potere aveva deciso che eri una spia e le spie, in tempo di guerra, vengono controllate molto attentamente. Come gli spiego, a uno della mia età, che quando ero giovane io era tutta un'altra storia. Una storia troppo lunga, forse troppo privata e forse diventata troppo spudoratamente pubblica (come in uno dei film brutti di Nanni Moretti). Un universo di valori di segno che sapevi positivo, e adesso vedi come chiuso dentro una parentesi e che qualcuno ci ha messo il segno meno davanti.
E quindi ho detto solo un paio di fesserie sul fatto che Berlusconi era amico di Craxi e che l'amicizia in un paese mediterraneo si chiama mafia. Tipo i russi in Israele, non so se hai presente. Già, tutti hanno presente. La storia del kaddish per Stalin me la tengo per un'altra volta.
Poi la conversazione si è spostata. "(...) perché in Svizzera funziona così. Un paio di anni fa, in pieno centro a Zurigo, è stato accoltellato un rabbino. La televisione apre spiegando che non è antisemitismo, che l'accoltellatore è un pazzo. Quindi non andrà in prigione ma in manicomio, dove verrà curato. E poi esce. A Ginevra danno fuoco a una sinagoga. La televisione apre spiegando che l'attentatore è un pazzo, non un antisemita. Quindi non va in prigione ma in manicomio, dove verrà curato. Ed esce. Questa, la Svizzera. Allora tu non sai mai se dire che sei ebreo. Quando dirlo. Come dirlo. A chi dirlo. Ed essere ebreo diventa come il peso di uno zaino che ti porti dietro, che gli altri non vedono".
La Svizzera è il Paese da cui viene questa amica. E' il Paese dove ho dei parenti. Ed è anche il Paese che stava a pochi kilometri dal frammento di provincia dove ho passato gran parte dell'adolescenza. E quello che ha provato questa amica è esattamente quello che ho provato io. Chi lo sa, ci saranno ragioni geografiche. "E' il Paese degli A-ha. Sei ebreo? A-ha!, ti dicono. Oppure A-ha! Sei ebreo". E tu non sai mai cosa significa. Cosa può nascondersi dietro quell' a-ha! Forse, sconfinata ammirazione. Forse, sospetto. Forse un misto di tutte e due. O la ammirazione che si tramuta in qualcosa di altro non appena viene scoperto che sei una persona normale.
Concordiamo. Siamo, dicevo, un gruppo piccolo, giudeo-grafia europea. Chi è cresciuto in Inghilterra, chi è nato in Germania, chi è immigrato da bebé in Austria (da Bukhara), chi è nata, appunto, in Svizzera. E siamo tutti d'accordo. Abbiamo sentito molti di quegli a-ha!
Il primo A, secondo me, è un omaggio alla storia degli ebrei in Europa. A ghetti, genio, borghesia, emancipazione e persecuzioni. Poi viene il secondo ha!, quello con la acca e il punto esclamativo: quello è Israele. E in mezzo c'è un trattino, una non lettera. Una pausa, un silenzio. Una cesura. Perché -comunque- là in Palestina (cioé, qua, in Israele) c'era qualcun altro, prima, e noi siamo venuti da conquistatori. Questa fissazione su chi c'era prima è tipico dello stile europeo, con cui là in Europa si pensa di risolvere questioni secolari, appellandosi a una specie di diritto di precedenza. D'altronde è proprio in Europa che si sono combattute guerre al grido di "c'ero prima io!".
E quindi in Europa, dopo la storia A viene una cesura e poi qualcosa di più forte e assertivo. Arrogante come un punto esclamativo fuori posto. Cioé Israele. Così ci vedono, da quelle parti. Saranno le famose radici cristiane. Il Cristianesimo si presenta come superamento dell'Ebraismo. Come dire che i cristiani non possono fare a meno degli ebrei. La mancata conversione degli ebrei è un grosso problema teologico per molti cristiani. Il fatto che non ci convertiamo alla vera fede deve in qualche modo essere spiegato, e la spiegazione più semplice è che ci guadagnamo qualcosa, nel rimanere ebrei. Ed ecco così comparire il mito del potere ebraico.
A-ha!, ecco perché sei ebreo - e non cristiano. Ma per condividere la fede questo mito non c'è mica bisogno di essere cristiani, di credere alle radici cristiane dell'Europa. Basta sentirsi deboli e diventa naturale immaginare che c'è qualcuno più forte di te. A-ha!, ecco perché sei ebreo (e non comunista). Perché ci guadagni. Perché la superpotenza ti appoggia. Perché dentro la superpotenza, a Hollywood o nella First Avenue comanda gente che è più simile a te che a me. Comandi tu. Avete vinto la guerra e adesso quelle persecuzioni a hanno il punto esclamativo. Ebreo. A-ha!
Oggi la stampa israeliana dà notizia delle nuove sparate di Ahmadinedjaad, che chiede agli europei di riprendersi gli ebrei, perché la Shoa -se poi c'è stata- è tutta una colpa dei soli europei. Per quel che vedo da qui né Corriere né Repubblica sembrano dare grande spazio alle sparate del presidente iraniano. Però Sergio Luzzatto, che sarebbe di sinistra, pubblica una recensione in cui parla di Ben Gurion che strumentalizza sei milioni di morti e che si inventa il nazismo arabo. Evidentemente i poveri allievi di Sergio Luzzatto ignorano molto di quel che la Seconda Guerra Mondiale ha significato fuori dall'Europa. Intanto altri compagni si affrettano a firmare petizioni che paragonano Gaza (dove, fino a prova contraria circolano armi e la fazione vincente celebra persino matrimoni) allo sterminio di Auschwitz. Che è Europa. A-ha.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Che salama, ho capito dopo chi eri
ciao
liberali :)