dalla Valdossola a Gerusalemme (in risposta a MMAX)
C'è una tizia che passa tanto tempo in Egitto e che ha un blog e sul suo blog scrive quanto è bello l'Egitto e quanto stavano bene ebrei ed arabi insieme, che se solo non fosse nato il sionismo, quella roba cattiva. Poi ci sono io che sono andato a chiederle un paio di opinioni sul perché e come gli ebrei sono stati cacciati da lì, lei se la è presa male, mi ha citato un paio di "studi" prodotti da case editrici tipo negazioniste, io mi sono messo a ridere. Eravamo dalle parti di un blog milanese di sinistra, Milano è città medaglia d'oro della Resistenza e su queste cose non si scherza.
Poi sono successe tante cose, la tizia si è addirittura semisposata e semidivoziata con un pezzo da novanta dell'Islam italiano. E nel corso di questo suo divorzio ha scoperto alcune miserie dell'Islam italiano, ma la figuraccia di cui sopra la prese davvero male. Invece di ringraziarmi che la avevo avvisata....
Sta di fatto che nel giro delle sue conoscenze (che poi i blog sono sta cosa qua, io linko te, tu linki me e tutti sanno che siamo amici) mise in giro la voce che c'era un sionista cattivo a Milano. E quelle rare volte che mi capitava di commentare quelle poche cose che leggevo, tac, ti arrivava l'informazione che io ero più o meno un fascista. Così mi sono incontrato con uno che per un poì è andato avanti a chiedermi cosa ne pensavo di Arutz7, che è una emittente radio qui in Israele, che trasmette anche via Internet e che ascolterò si e no una volta alla settimana, perché c'è una trasmissione di musica che mi diverte.
Ora, io con i fascisti vado poco d'accordo, sono nipote di partigiani e da ragazzino andavo in vacanza dalle parti della Repubblica dell'Ossola, e cosa è stata la Resistenza credo di saperlo abbastanza bene. Perché da quelle parti è stata guerra civile. Io e tutto il mio gruppo di amichetti eravamo nipoti di partigiani e quelli del gruppo con cui facevamo più volentieri a cazzotti erano, guarda che strano, tutti nipoti di fascisti: ma lo ho scoperto solo molto più tardi, all'epoca noi solo si respirava l'idea che con quelli là era meglio non averci a che fare. E farci a cazzotti non era nemmeno male. E noi nemmeno si chiedeva il perché, era così e basta, era di quelle cose che non si chiedono. I paolotti dell'oratorio, se erano nipoti di gente che era salita in montagna dietro indicazione del prete (predica dell'8 settembre, "è venuta l'ora") erano per noi gente migliore pure del nipote del fascista più presentabile, quello che aveva rischiato di persona per mettere al sicuro i suoi concittadini dalla rappresaglia tedesca. Quella volta che erano arrivati quelli della Muti, e avevano preso un bambino che era poi il babbo di uno di noi e dicevano ridendo: Piangi piccolo, che poi tuo padre con una pallottola nella testa piangerà di più.
Ca**o, io che volevo pure dimenticarmi di Milano, guarda qui cosa mi trovo a scrivere. La storia della Muti. Ripeto: so abbastanza bene di non essere affatto fascista. Sono sionista perché non sono fascista. Perché il nazismo è il buco nero della storia umana e non ci sono ca**i, il signor Husseini ha collaborato con i nazisti. Cosa che la signora del blog d'Egitto non voleva sentirsi dire.
Ora l'Italia, la sinistra italiana, la blogpalla della sinistra italiana è generosa con il signor Husseini, che mentre procedeva lo sterminio in Europa, stringeva le mani dei peggiori criminali della storia umana. Dicono che lo faceva per anticolonialismo. Come se fosse una scusa buona, o una scelta obbligata. Ma non è mica vero. Il signor Husseini era capo di un clan, che tra parentesi è ancora proprietario di buona parte degli edifici di questa città, e si trovava a fronteggiare il clan dei Nashashibi, che anche loro quanto a proprietà immobiliari non scherzano. Qui sotto vedete una lapide che sta in Melekh King George, come diciamo a Gerusalemme, una via intestata al sovrano inglese.
Sta di fatto che nel giro delle sue conoscenze (che poi i blog sono sta cosa qua, io linko te, tu linki me e tutti sanno che siamo amici) mise in giro la voce che c'era un sionista cattivo a Milano. E quelle rare volte che mi capitava di commentare quelle poche cose che leggevo, tac, ti arrivava l'informazione che io ero più o meno un fascista. Così mi sono incontrato con uno che per un poì è andato avanti a chiedermi cosa ne pensavo di Arutz7, che è una emittente radio qui in Israele, che trasmette anche via Internet e che ascolterò si e no una volta alla settimana, perché c'è una trasmissione di musica che mi diverte.
Ora, io con i fascisti vado poco d'accordo, sono nipote di partigiani e da ragazzino andavo in vacanza dalle parti della Repubblica dell'Ossola, e cosa è stata la Resistenza credo di saperlo abbastanza bene. Perché da quelle parti è stata guerra civile. Io e tutto il mio gruppo di amichetti eravamo nipoti di partigiani e quelli del gruppo con cui facevamo più volentieri a cazzotti erano, guarda che strano, tutti nipoti di fascisti: ma lo ho scoperto solo molto più tardi, all'epoca noi solo si respirava l'idea che con quelli là era meglio non averci a che fare. E farci a cazzotti non era nemmeno male. E noi nemmeno si chiedeva il perché, era così e basta, era di quelle cose che non si chiedono. I paolotti dell'oratorio, se erano nipoti di gente che era salita in montagna dietro indicazione del prete (predica dell'8 settembre, "è venuta l'ora") erano per noi gente migliore pure del nipote del fascista più presentabile, quello che aveva rischiato di persona per mettere al sicuro i suoi concittadini dalla rappresaglia tedesca. Quella volta che erano arrivati quelli della Muti, e avevano preso un bambino che era poi il babbo di uno di noi e dicevano ridendo: Piangi piccolo, che poi tuo padre con una pallottola nella testa piangerà di più.
Ca**o, io che volevo pure dimenticarmi di Milano, guarda qui cosa mi trovo a scrivere. La storia della Muti. Ripeto: so abbastanza bene di non essere affatto fascista. Sono sionista perché non sono fascista. Perché il nazismo è il buco nero della storia umana e non ci sono ca**i, il signor Husseini ha collaborato con i nazisti. Cosa che la signora del blog d'Egitto non voleva sentirsi dire.
Ora l'Italia, la sinistra italiana, la blogpalla della sinistra italiana è generosa con il signor Husseini, che mentre procedeva lo sterminio in Europa, stringeva le mani dei peggiori criminali della storia umana. Dicono che lo faceva per anticolonialismo. Come se fosse una scusa buona, o una scelta obbligata. Ma non è mica vero. Il signor Husseini era capo di un clan, che tra parentesi è ancora proprietario di buona parte degli edifici di questa città, e si trovava a fronteggiare il clan dei Nashashibi, che anche loro quanto a proprietà immobiliari non scherzano. Qui sotto vedete una lapide che sta in Melekh King George, come diciamo a Gerusalemme, una via intestata al sovrano inglese.
I Nashashibi erano, al momento della inaugurazione di quella modernissima via, il clan arabo più potente. Se al signor Husseini fosse importato qualcosa non dico del bene del suo popolo, ma almeno della manutenzione delle strade, non avrebbe nemmeno iniziato quella guerra civile intrapalestinese che ha fatto più morti di ogni strage sionista. Ma i Nashashibi erano alleati dei britannici e questa città (che non è mai stata capitale di niente, sotto gli arabi) si stava trasformando da angolo polveroso di medio oriente in meta turistica -e c'erano degli ebrei che avevano fiutato l'affare, così una famiglia aprì il King David. E ci si misero pure i cristiani, e aprirono lo YMCA, progettato dallo stesso architetto che progettò l'Empire State Building, e gli Husseini volevano il loro albergo e lo aprirono e per avere mercato libero il signor Husseini andò ad allearsi con i tedeschi che avevano promesso di liberargli il campo dalla concorrenza. Di queste miserie è fatto il nazionalismo palestinese, che tanto affascina la signora del blog d'Egitto. Quella che ebrei ed arabi andavano tanto d'accordo. Lo dicono libri stampati da nazi, che diamine. Quella che io sarei fascista. Perché sionista.
Ora succede che uno dei fan della signora, di quelli che ha impedito al sottoscritto di commentare sul suo blog proprio perché ero un fascista e non volevo prendere le distanze da una radio che ascolto si e no una volta alla settimana, uno di questi bei tomi, dicevo, se ne va per la rete a chiedere opinioni su cosa si può leggere a proposito della Shoah. Attenzione, che il poverino, che è anni che straparla di Israele e dintorni, manco sa l'ebraico, che se avesse scritto di meno e studiato di più a quest'ora sarebbe in grado di leggere Haaretz in lingua originale. Però alla sua biblioteca ideale della memoria lui tiene tanto, ma proprio tanto. Basta che non ci siano testi in ebraico, però. Che è una cosa seria e che non bisogna parlare troppo della Shoa (scusa, signor censore, che ca**o stai facendo tu? Stai parlando, si o no?). E perché? "Per non riconciliarsi" con il fondo di cattiveria che c'è in ciascuno di noi - israeliani compresi. Che si sa, la Shoah sta lì, in un punto indefinito nel Novecento e ci dice a tutti di essere più buoni. Lo dice a tutti, ma proprio a tutti, inclusi i sionisti, che sono fascisti perché -forse- ascoltano una radio.
Il blog di questo signore, che non sa l'ebraico, ma ci scommetterei che ha l'amico ebreo, è ridondante di ammonizioni agli israeliani e di appelli al buon cuore dei palestinesi o dei lettori stessi del blog, che presumibilmente sono cattivi verso una delle due parti in conflitto e la giudicano severamente - indovina quale. E' comico, certo. Uno che si disegna una rappresentazione personale di Israele divisa in buoni e cattivi e in cui i cattivi sono quelli che vincono le elezioni. E i buoni sono quelli che si ricordano della Shoah nel modo giusto - che è quello che decide lui. Che non è ebreo ma si ricorda, oy va voy, persino del Tisha beAv. Dico, come si fa a non dire grazie a un personaggio così? Non ne vedete il ferreo impegno contro l'antisemitismo? Nota: impegno contro l'antisemitismo significa chiaccherare con la signora d'Egitto per dirle quanto non è d'accordo. E non vedete come è importante, cruciale (cioé a forma di croce) la Memoria (maiuscolo! maiuscolo!) per lui? La Memoria degli ebrei morti, voglio dire. Del piccolo mondo antico che per definizione è sempre meglio del presente.
Il blog di questo signore, che non sa l'ebraico, ma ci scommetterei che ha l'amico ebreo, è ridondante di ammonizioni agli israeliani e di appelli al buon cuore dei palestinesi o dei lettori stessi del blog, che presumibilmente sono cattivi verso una delle due parti in conflitto e la giudicano severamente - indovina quale. E' comico, certo. Uno che si disegna una rappresentazione personale di Israele divisa in buoni e cattivi e in cui i cattivi sono quelli che vincono le elezioni. E i buoni sono quelli che si ricordano della Shoah nel modo giusto - che è quello che decide lui. Che non è ebreo ma si ricorda, oy va voy, persino del Tisha beAv. Dico, come si fa a non dire grazie a un personaggio così? Non ne vedete il ferreo impegno contro l'antisemitismo? Nota: impegno contro l'antisemitismo significa chiaccherare con la signora d'Egitto per dirle quanto non è d'accordo. E non vedete come è importante, cruciale (cioé a forma di croce) la Memoria (maiuscolo! maiuscolo!) per lui? La Memoria degli ebrei morti, voglio dire. Del piccolo mondo antico che per definizione è sempre meglio del presente.
Un amico americano, dopo un affollato concerto di Moni Ovadia in cui in sala eravamo solo tre ebrei (io, lui e Moni Ovadia appunto) mi disse: ho avuto un incubo. La Yddishkeit che si risveglia, scoprire che passato e presente non sono decisi da ebrei. Tutto, tutto deciso da goim: non solo se essere ebrei, anche e soprattutto come essere ebrei. Questo signore, con la sua galleria di santini, la sua personale via crucis in forma di biblioteca, questo signore dentro l'incubo ci vive. Invece di meditare sui misteri del Rosario, lui medita sulla Shoah. Nello stesso identico modo delle beghine: al posto del Rosario lui recita la litania della Memoria. Però non lo sfiora mai il pensiero che, se ci fosse stato uno Stato, adesso sarebbero vivi quegli ebrei morti che riempiono il suo blog. Che sono tutti anonimi, una specie di entità semitica collettiva del tempo che fu. Non esseri umani concreti, che magari provano solo ad essere come gli altri, no. Non devno creare uno Stato, devon servire da legge morale per il mondo.
Adesso succede che MMAX, che sta tra i link di questo signore, amico di quella dell'Egitto, mi chiede di aiutare il signore di cui sopra a preparare la sua biblioteca della memoria. Io davvero non so cosa scrivere. Datemi delle idee voi. Prometto che non censuro. Nemmeno quel signore.
11 commenti:
La sensazione è quella di aver pestato una merda gigante.
Ma tant'e', tirem innanz.
Va precisato che The Rat Race ha ricevuto a sua volta una richiesta simile a quella che ha rivolto a me.
In ogni caso, la richiesta [soprattutto da un non ebreo] non mi ha stupito piu' di tanto poiché
siamo sotto "Il giorno della Memoria". Ricorrenza che per tanti aspetti trovo detestabile, non ultimo per la semplice ragione che si celebra "L'ebreo morto" un giorno per poi fottersene [di minima] o osteggiare [di massima] "L'ebreo vivo e magari pure sionista" il resto dell'anno.
In questo senso ho cercato rivoltare il punto dato che l'assenza di pensiero critico sui luogocomunismi contemporanei sugli ebrei mi fanno venire la pelle d'oca e ho suggerito a titolo esemplificativo il libro di Hoss, un boia.
Il senso del mio suggerimento è quello di non adagiarsi sul pensiero prevalente in materia di diversita' poiché quello di allora come quello di ora puo' generare degli abominii.
E ho cercato di coinvolgere figure ebree e non che ritengo per varie ragioni capace di dare un contributo per, ribadisco, far capire che non c'e' una memoria nell'errore/orrore salvifica ma sempre una reiterazione possibile nel momento in cui viene meno la coscienza critica.
MMAX
ehm... io sono la persona che ha tirato in ballo Angelo (The rat race) nell'iniziativa dei libri della memoria. Conosco anche il blog di MMAX (che leggo abbastanza regolarmente) e il tuo (che leggo meno regolarmente perché ho difficoltà a seguire molti argomenti, visto che ne sono quasi totalmente digiuna).
Avrei tirato in ballo voi due, ma con voi non ho abbastanza confidenza per farlo. Vi avrei tirati in ballo proprio perché ebrei e quindi necessariamente il vostro taglio sarebbe stato di ben altro genere che "sentimentalistico". Ho infatti ravvisato quel rischio in un'iniziativa di tale genere.
Non ho avuto modo di leggere da parte di Angelo il suo pensiero riguardo al sionismo e non so in che termini l'abbia portato avanti. Conosco il blog della "signora" in questione e ho avuto modo di leggere qualcosa che non mi è piaciuto relativamente a iniziative che non hanno a che vedere con l'ebraismo, ma tant'è, non possiamo piacerci tutti.
Rispetto alla scarsa conoscenza di tanti aspetti relativi alla cultura ebraica da parte dei non ebrei, è abbastanza scontato che tu abbia ragione, però l'ignoranza è sempre un male potenzialmente curabile.
Ho letto i tuoi articoli in forma silente (non so neppure se io abbia mai commentato qui ma mi pare di non averlo mai fatto) proprio perché son tante le cose che non conosco rispetto all'ebraismo in generale e al sionismo in particolare, non sono perciò in grado di commentare.
Sono iscritta il tuo blog via reader e a volte ti leggo senza entrare direttamente. Ho difficoltà nel seguirti perché, nel descrivere tanti aspetti della vita, della cultura, del sionismo, della società israeliana, dai spesso per scontate tante cose che invece per un non ebreo non lo sono affatto, e purtroppo non ho abbastanza tempo per approfondire gli aspetti che sono per me paragonabili al cinese mandarino antico.
Sono convinta che a volte la più grande difficoltà nel capirsi stia anche in questo: da parte mia (per esempio) nella mancanza di tempo per chiedere e approfondire, da parte tua (sempre per esempio) nel dare tante cose per scontate e quindi non rendere gli argomenti comprensibili anche a chi non ha lo stesso sottofondo culturale.
Io non conosco l'ebraico. Se è per quello non ricordo una cippa neppure di latino e greco perché al liceo me l'hanno fatto odiare. Non conosco altre lingue al di fuori della mia e mi devo sempre accontentare di traduzioni ogni volta che accedo ad un testo di un autore non italiano. Il mio livello culturale è molto selettivo, per cui ho delle sacche di ignoranza abissali che tento un po' maldestramente di colmare via internet in quanto ora come ora è per me il mezzo di più semplice consultazione.
Della questione israeliana non conosco che pochissimi aspetti. Sono lievemente filoisraeliana più perché ho ereditato da mio padre la sua ammirazione verso la tenacia dei sionisti che per una conoscenza davvero adeguata della storia e dei problemi attuali. So che si tratta di questioni complesse e, nella consapevolezza della mia ignoranza, tendo a non parlarne o a manifestare quelle (scarsissime) opinioni che posso essermi formata mantenendomi però su un piano strettamente soggettivo.
Ti spiego perché ho aderito (e l'ho fatto anche se non sono stata chiamata in causa da Riccardo, che ne è il promotore).
Rispetto a tante altre forme di genocidio, quello operato dai nazisti ha avuto delle caratteristiche sue proprie sia per l'imponenza dell'apparato ideologico che aveva alle spalle, sia per l'organizzazione razionale e dettagliata che il regime ha saputo mettere in atto.
L'altra caratteristica è legata a voi: a differenza di altri gruppi ugualmente perseguitati, non siete mai stati disposti a dimenticare, siete riusciti in un modo o nell'altro a mantenere viva l'attenzione su un capitolo di storia che, in forme diverse e con bersagli differenti, si ripete tutt'oggi e si potrà ripetere in futuro.
Mi interesso delle persecuzioni operate dal regime hitleriano da quand'ero al ginnasio, sebbene con una formazione discontinua, pasticciata e totalmente naif. Per quanto riguarda ME, quest'interesse non nasce dal bisogno di piangere su un grave peccato dell'umanità, ma dalla necessità di rammentare che siamo sempre tutti a rischio, ebrei e non, donne e uomini, zingari, omosessuali, curdi, tibetani, armeni, e mettici pure chi ti viene in mente.
Uso la memoria, la VOSTRA in particolare, come microscopico contributo per limitare quanto più è possibile che l'essere umano continui a comportarsi in modo così ignobile.
Mi spiace che quest'iniziativa possa essere stata fonte di irritazione.
Prima di tutto grazie per seguire il mio blog. Ho dato una rapida occhiata al tuo blog e, sinceramente, mi pare che tu non trasudi quella voglia di dare lezioni agli ebrei vivi nel nome degli ebrei morti, che tanto mi fa arrabbiare.
Saprai, come so io, che il pregiudizio è sempre inconsapevole. L'Italia è un Paese cattolico, in cui la mentalità collettiva porta impressa una certa immagine degli ebrei, degli omosessuali e delle donne. Immagini che sono più forti quanto più le si cerca di negare. In questo senso non è piacevole leggere l'elogio degli ebrei perché hanno la memoria lunga; assomigli allo stereotipo cattolico secondo cui il Dio degli ebrei è un Padre vendicativo (dalla memoria lunga, appunto) e quello dei cristiani un Figlio sempre innocente (e indovina chi soffre al suo posto). Oltre ad essere, oggettivamente, falso: in questo Paese i sopravvissuti della Shoah hanno aspettato molto per parlare, e lo stesso anche in Europa. Forse l'identità degli ebrei si basa più sul dimenticare che sul ricordare.
E anche tutta l'attenzione sulla Shoah, e anche sulla storia degli ebrei in Europa, non è dovuta a uno sforzo delle comunità o delle istituzioni ebraiche. Ci si è trovati a beneficiarne, tutto qui. Semmai bisognerebbe riflettere sul fatto che, dopo aver cercato di cancellare gli ebrei dall'Europa, ora gli europei non ebrei sembra non possano fare a meno di "riempire" di ebraismo l'Europa, a volte con risultati comici. In molti Paesi europei ci sono più libri sugli ebrei che ebrei in carne ed ossa. E ovviamente, l'antisemitismo prende le forme di un "non ne possiamo più di questa Memoria" o anche "ci sono altri che sono stati perseguitati, ma non se ne parla mai. I palestinesi, per esempio: tutta colpa degli ebrei che dominano i media".
Detto questo, io -stando qui- faccio probabilmente fatica a capire quale sia la portata e l'importanza per l'Italia della Giornata della Memoria 2008, con i post-fascisti che si apprestano a tornare al governo, e Storace che ha evidenziato quale fetido bubbone sia, ancora adesso, la cultura (vabbé, chiamiamola cultura) della destra italiana. E scorrendo i titoli dei libri che sono stati messi insieme con questa "catena" non mi sembra si sia ottenuto un cattivo risultato. Resto comunque dell'opinione che noi ebrei abbiamo tante cose da dire anche senza tirare in ballo la Shoah. Il libro di Koestler che ho aggiunto (Ladri nella notte) parla di come è nato un tipo particolare di ebrei, gli israeliani. Parla anche di Shoah o, perlomeno, di antisemitismo visto da qui. E visto che qui, bene o male, c'è il più numeroso gruppo di ebrei del mondo, forse può essere interessante saperne qualcosa di più.
Ho letto più volte sia il tuo post, sia i commenti. Sono sinceramente commossa di leggere meravigliosamente espresso quello che più volte mi sono sforzata di spiegare sul mio blog. Proporrò ad alcuni bloggers che mi leggono di leggere attentamente il tuo post.
Grazie, shabbat shalom.
P.S. Di' alla signora che parla di come vivessero d'amore e d'accordo ebrei e musulmani in Egitto, che se passa da Ginevra trascorra un'ora con mia suocera. Potrà ascoltare tante storie su ebrei e musulmani in Egitto, per esempio come sua madre abbia trovato il figlio sgozzato davanti alla porta di casa solo perchè ebreo e sionista.
Ciao
:-) non l'ho mai pensata questa cosa di dare lezioni agli ebrei vivi. In effetti se mi ci fai pensare hai ragione, è vero che a volte succede.
Sai, io sono sarda, da noi le comunità ebraiche son state cacciate via nel XV secolo e nessuno di noi da allora ha mai avuto realmente a che fare con l'antisemitismo semplicemente perché... mancava la materia prima. Molte cose mi sono proprio culturalmente incomprensibili, legate come sono ai racconti lontani e non ad esperienze concrete. Forse in questo senso potrai capire che per me la giornata della memoria diventi un simbolo che và al di là della "categoria" di persone che son state perseguitate, ma diventa invece un momento di attenzione per il fatto che ci siano state delle categorie di persone che, per il semplice fatto di essere nati in quella categoria, avrebbero meritato di morire e di morire in quel modo.
Poi, sai, facendo raffronti un po' idioti, pensa che io detesto la ricorrenza dell'8 marzo...
Sui pregiudizi dell'Italia in quanto paese cattolico con me sfondi una porta aperta, anzi, la porta non esiste proprio. Avendo fatto scelte di vita che escludono la religione (perlomeno la fruizione di una religione strutturata) mi son trovata a subìre pregiudizi a mia volta e voglio evitare di tediarti nel raccontarti quali...
Comunque, dai, almeno questa piccola arrabbiatura è servita a farci scambiare quattro parole, che io sono timida :-)
per Ariela
Non so se ti ricordi della vicenda boccaccesca, ne aveva persino parlato Magdi Allam sulla prima pagina del Corriere. C'è una che è stata da giovane in Israele e si è innamorata della "gioventù più bella del mondo", poi ha scoperto i palestinesi, poi è finita in Egitto a insegnare italiano. Lì ha scoperto che Israele era un Paese tutto falso, allora si è messa a scrivere su un blog, dove scriveva quelle fesserie su ebrei e arabi tanto amici, citando testi che nemmeno lei sapeva essere di case editrici negazioniste. Poi si è sposata come seconda moglie di un islamico, il quale è noto per aver tradotto il Corano adattandolo all'Islam italiano; che guarda caso è fatto di gente ex estrema destra convertitasi e indovina quali passaggi e come sono stati evidenziati con cura. A un certo punto volevano divorziare ma si sono resi conto che nemmeno conoscevano le procedure per il divorzio islamico da seconda moglie non musulmana di islamico convertito e sposato a chissà chi. Roba che un rav saprebbe risolvere con una mezzora in biblioteca. Ma questi nelle biblioteche non ci vanno, perché c'hanno i blog. Nemmeno hanno voglia di scambiare due parole con un ebreo che sia uno, perché, sai che sfortuna, tutti gli ebrei che commentano i loro blog sono sionisti e cattivi e quindi bisogna censurarli. Quanto a incontrare tua suocera o il mio vicino di casa irakeno, o i genitori nordafricani della mia amica che sta a Firenze, non se ne parla nemmeno. Prima di tutto non vogliono MAI incontrarti personalmente perché l'anonimato del blog è bello e non si sa mai, tu potresti essere un agente del Mossad (sei ebreo, quindi chissà). E poi certo i sefarditi che conosci tu (perché sei ebreo e sono amici tuoi) saranno certo razzisti antiarabi che attentano alla memoria della Shoa usandola come manganello e olio di ricino contro i poveri islamici italiani. Hai voglia a spiegargli che, p. es., i genitori della mia amica erano tuttti e due panterim e che all'epoca ne parlò persino Lotta Continua come di compagni (vien da ridere ma era così), loro proprio non ascoltano. Non sanno e non vogliono sapere. Su Israele non sanno niente e -come conclamato- nemmeno sull'Islam. Però quel signore che non sapeva cosa fare del divorzio pretende di rappresentare i musulmani d'Italia e il partito di Diliberto lo considera interlocutore credibile. In breve: questi dell'Islam non sanno NIENTE, di Israele non sanno NIENTE, hanno solo una gran rabbia dentro perché a nessuno piace trovarsi precario e disoccupato e allora se la prendono con il potere e indovina per loro chi è il Potere con la P maiuscola. Uno mica si stupisce che la signora che era andata in Egitto a insegnare ha il suo codazzo di fan, nessuno judio, ma tutti pronti a spiegare cosa e dove sbagliano gli judim. Che poi è facile: in Israele sbagliano tutto, tutti tranne Nasrallah.
Tutto comico, vero. Grzie di indirizzare qui i lettori, Shabbat shalom anche a te.
per Uyulala
la timidezza è una malattia, in Israele forse hanno trovato il vaccino. Grazie di ospitare i miei commenti sul tuo blog, passerò a trovarti. Comunque il libro di Koestler è davvero bello.
per MMAX, La sai la storia.
Domanda: Tu sei un ebreo credente?
Risposta: Il problema è chi crede che io sia ebreo.
La Giornata della Memoria è diventata, per molti l'occasione per far finalmente credere a qualcuno che sei ebreo. Mi è difficile trovarci qualcosa di positivo. Quanto a Rat Race, vedo che gli manca il coraggio di commentare, ma sul suo blog trovi una bella spiegazione di Lia, che conciona sul fatto che la Memoria sia un manganello usato dai sionisti per nascondere l' "orrore di oggi". E ho il vago sospetto che l' "orrore di oggi" non siano i missili su Sderot e nemmeno il cimitero di Damasco trasformato in pisciatoio, come neppure i campi nomadi in Italia o il massacro di innocenti in Kenia. Perché secondo Lia, come secondo rat race si parla di "orrore" solo se ci sono ebrei di mezzo, da una parte o dall'altra della canna del mitragliatore. E anche questa associazione tra ebrei, colpa e sterminio, è forse un effetto della giornata della Memoria. Che, mi sembra sempre più una occasione sprecata.
Beh di sicuro si scatena la "Caccia all'amico ebreo".
Un bizzarro pogrom psicologico ovvero, per tutto l'anno piu' o meno se ne fottono, poi sotto "La Giornata della Memoria" molti non ebrei in maniera velleitaria amano accompagnarsi con l'amico ebreo/mezzo ebreo/ebreo per caso come se fosse un pechinese.
Questa è un'altra delle ragioni per cui detesto questa commemorazione e sinceramente non riesco a capire come mai UCEI e piu' in genenrale l'ebraismo italiano caschi in questo bide' della coscienza collettiva.
Rimango piuttosto basita.
Davo per scontato che la giornata della Memoria fosse un'esigenza principalmente dei reduci delle persecuzioni naziste o dei loro figli-nipoti-cugini... insomma di chi in modo diretto o indiretto fosse stato coinvolto da questa fetta di storia. A questo punto mi chiedo (e VI chiedo): chi diamine ha voluto questa giornata? Con quali scopi originari? In che modo ha subito deviazioni?
Inoltre mi rendo conto che noi non abbiamo alcun feedback rispetto a quanto diciamo-scriviamo-pensiamo su ebrei e ebraismo, islam e islamismo, "questione palestinese", sionismo etc.
Da una catena lineare nata come arricchimento culturale (chissà se riuscirò mai a sfruttarla, fra l'altro) si sta trasformando in un groviglio di reti intrecciate.
La percezione che comincia vagamente ad affacciarsi alla mia mente è che il problema della memoria della shoah sia (forse, chissà, boh) percepito da voi come un modo per dirottare l'attenzione sul passato piuttosto che affrontare le situazioni attuali. E' una mia sensazione? Sbaglio? E' una visione imprecisa?
(faccio troppe domande...)
@ uyulala. La Giornata della Memoria è una cosa piuttosto recente, che si inserisce nel generale interesse delle istituzioni (e delle classi colte) europee per la cultura ebraica. Combinazione: sto leggendo un libro che spiega abbastanza bene la questione, trovi anche il riassunto di come sono nate la Giornata della Memoria e quella della Cultura Ebraica, oltre ad alcune riflessioni sui problemi che suscitano. Permettimi di consigliartelo: Ruth Ellen Gruber Virtually Jewish: Reinventing Jewish Culture in Europe, University of California Press, 2002. Quando ho finito di leggerlo, magari ne scrivo una recensione che spero possa dare delle risposte, naturalmente provvisiorie, alle tue domande. Che non sono mai troppe.
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