dove vai se la vision tu ce l'hai
Ci vorrebbe Uriel, per descrivere i disastri che combina il popolo del Powerpoint, con i suoi diagrammi, flussi, modelli assortiti ed aria fritta. E' mesi che sono lontano dalla vita sinagogale, dalle riunioni, commissioni, assemblee, organizzazione di lezioni e di funzioni. Oggi, assieme ad altri studenti è sbucata la parola vision e ci ha fatto un po' tutti ridacchiare -si vede che non sono l'unico ad aver avuto l'impatto con il popolo del Powerpoint. E' che, ha detto una mia compagna - la vision tu la costruisci insieme ad altri. Emerge nel momento in cui affronti questioni concrete: se servire cibo kasher (e quale) il venerdì sera, come organizzare il sabato pomeriggio, cosa dire a chi vuole celebrare un matrimonio interconfessionale.
D'altra parte vision è una parola preferita da chi vive nelle astrazioni. Da chi sta dentro il mondo dei consulenti aziendali (me ne sono trovato accanto qualche esemplare, in Italia, con la velleità di applicare i suoi schemi anche alle sinagoghe). E' una specie di situazione ideale che aspiri a creare. Io, insomma, una vision non ce la ho. E non sono nemmeno il solo, ho scoperto oggi. Ho dei valori. Giustizia, libertà, uguaglianza. Sono convinto che la professione del rabbino sia, se non applicare questi valori, almeno diminuire l'impatto delle forze contrarie. Ma nelle situazioni concrete, non facendo rientrare la realtà in un modello. O in un grafico versione Powerpoint.
1 commento:
Se non avete ancora deciso la ownership dei task, e' ancora poco.
Uriel
Posta un commento