venerdì, marzo 21, 2008

פורים

Ringrazio il mio amico F. Levi M. per il bel biglietto di auguri, da cui ho piratato l'immagine che vedete sopra.

Si avvicinano le elezioni e (ma come abbiamo fatto a vivere senza) si è scatenata la solita, prevedibile polemica: la destra è amica degli ebrei anche se candida dei fascisti? La sinistra ha davvero chiuso con l'antisionismo? E se al centro c'è Casini, siamo sicuri che non preghi per la conversione degli ebrei? Particolarmente noiosa è la cagnara attorno a Fiamma Nirenstein, che ha pensato bene di candidarsi con la destra -e io, tra uno sbadiglio e l'altro, tiro un sospiro di sollievo: si chiariscono un po' di cose sul suo percorso personale. A sinistra c'è chi ha pensato di sfruttare elettoralmente la faccenda, per due ragioni: la prima è che un ebreo che si candida con chi puzza di fascismo è oggettivamente un piatto succulento - sì, è vero, Ciarrapico puzza di fascismo: peraltro aveva anche pubblicato la traduzione in italiano dell'autobiografia di Begin, quindi non è esattamente un nemico di Israele. E la seconda, che a me fa particolarmente ridere, è l'idea, neanche tanto sottintesa, che gli ebrei abbiano il potere di decretare la vittoria dell'uno o dell'altro schieramento: "sdoganando" gli (ex?) fascisti oppure chiamando alla mobilitazione contro il nazifascismo -anzi, c'è pure chi di questa roba vorrebbe addirittura fare un obbligo morale. Per tutti costoro io ho una notizia terribile: il Dio degli ebrei non è quello delle vignette di Guareschi degli anni Cinquanta, Nel segreto della cabina Dio (o la Memoria) ti vede, Stalin no. Il nostro Dio ha smesso di occuparsi di politica un paio di millenni fa e noi votiamo un po' per chi c** ci pare - proprio come voi, strano, vero?
Sta di fatto che Fiamma Nirenstein è stata raffigurata da Vauro in una vignetta che NON mette insieme la "stella di David" (scusate, lo chiamo così, perché il suo nome originario, Maghen David, sembra sprecato in questa polemica da cortile, così come ogni richiamo all'ebraismo) con la svastica ma con il fascio littorio - che a ben guadare non ci sarebbe niente di strano, visto che la dirigenza dell'Unione delle Comunità Israelitiche Italiane appoggiò il fascismo in maniera entusiastica, all'epoca. E che l'antifascismo fu impegno di pochissimi - lo riconosce persino Ha Kehillah, che una volta voleva farne una bandiera, di questa identificazione tra antifascismo ed ebraismo italiano.
La Nirenstein, come da copione, se la è presa un sacco. Vauro è uno che gioca in maniera oscena con l'immaginario antisemita: vedi i suoi Gesù bambini avvolti in kefya, o la vignetta sull'autobus esploso a Tel Aviv in cui era difficile distinguere tra ragioni e torti. Non deve essergli sembrata vera la possibilità di querelare chiunque gli dia dell'antisemita, per sperare di potersi presentare, del tutto mondato del terribile stigma (che -si sa- fa peredere le elezioni) certificato da una sentenza in nome del popolo italiano; che poi la stessa magistratura chiuda gli occhi davanti ai berlusconiani conflitti di interessi o a più orridi slogan negli stadi, si sa, è un dettaglio. Improvvisamente la magistratura è diventata, per Vauro e i suoi noiosissimi sostenitori, la fonte autorevole che permette di distinguere tra le vignette degli anni 2000 (in cui si vedono ebrei che uccidono Gesù) da quelle degli anni Trenta (in cui idem).
Scusate: che palle. Che rotonde, sferiche, immense, noiosissime, insostenibili palle. Quanto è lontana tutta questa roba dalla vita concreta degli ebrei reali, dai missili che piovono su Sderot, dalle trattative per il futuro di Gerusalemme, dalle sinagoghe sempre più vuote e dai musei sempre più costosi.
Io ci avrei anche un suggerimento, per quelli che sono interessati. Siamo a Purim, giusto? Ma facciamoci una festa in maschera. A Purim leggiamo la storia del perfido Haman, del suo tentativo di sterminare gli ebrei e della sua miseranda fine, impiccato o impalato (io preferisco pensare che sia la seconda) alle stesse forche che aveva fatto alzare per uccidere gli ebrei, popolo che ai suoi occhi aveva la colpa di "stare sempre per conto suo". Ma travestiamoci da Haman, che diamine! Qualcuno vuol venire con la kefyah (made in China) attorno alla capoccia, e ben venga! Qualcun altro vuol venire vestito da Vauro, da Dacia Valent, da Oliviero Diliberto, con il distintivo di Hezbollah (partito-perfettamente-legale)? E che faccia pure, voglio vederli i compagni che ci querelano perché noi ci si diverte, e poi vanno in tribunale a spiegare che secondo loro gli ebrei possono tenere i festeggiamenti per Purim solo se non offendono quella che secondo loro è la Memoria della Resistenza. Io per l'occasione mi travestirei da D'Alema, con indosso una urna elettorale e pitturato fuori il simbolo di Hamas e la scritta: "Hanno vinto le elezioni... loro".
Davvero non capisco perché e quando abbiamo perso la capacità di ridere dei nostri nemici; ooops, pardòn, degli equidistanti tra lo Stato degli ebrei e quelli che lo vogliono spianare e che vanno a braccetto con terroristi islamici e nazifascisti. Trovo anzi che questa incapacità di ricorrere a una bellissima parte della nostra tradizione sia un pericoloso sintomo di assimilazione.
E ora beccatevi questo video, assieme ai miei auguri. Che qui a Gerusalemme Purim quest'anno dura tre giorni, a me gira ancora la testa per la bevuta di ieri, e stasera si ricomincia.



Per le persone serie, invece, qui trovate un bellissimo pyut per Purim. Viene dal repertorio della comunità ebraica sefardita siriana di Gerusalemme, che sta qui da più di un paio di secoli E ovviamente Purim sameakh a tutti, pure a Fiamma Nirenstein. A Vauro no, non è ebreo e non sa che significa.

1 commento:

Enzo ha detto...

Sempre molto belli i tuoi posts!
E questo in particolare e' un invito alla vita, alla gioia, ad una sana convivenza!
Io invece, preso tra Haman e Hamas, ho quasi dimenticato di vivere...!
Purim Sameakh a te e ai tuoi affezionati lettori.