domenica, aprile 27, 2008

religione e politica

Come si costruisce una società più libera e giusta? Per un sacco di tempo ci ho provato con la politica: sono stato iscritto a Democrazia Proletaria, un assembramento di partitelli dell'estrema sinistra, ve la ricordate? C'erano tre tipi di militanti: i cattolici, gli ebrei e i fancazzisti. I primi non si facevano le canne, i secondi portavano il fumo e i terzi le cartine ed i filtri. Qualcosa di buon credo di averlo combinato, monitorando i pessimi effetti della Legge Reale. Facemmo anche altre cose buone, in cui io non ero direttamente coinvolto: tra i militanti più attivi c'era un raro tipo di medico (che certo non era cattolico e nemmeno fancazzista, uhm...) impegnato a far funzionare la medicina del lavoro in un area della provincia italiana ad alta densità di piccole industrie plastiche, ovviamente chiuse ai sindacati - comunque mai molto attivi. Riuscì a inserire nell'amministrazione ospedaliera i bravi e capaci, fuori dalle logiche di cooptazione del compromesso storico. E per un po' di tempo la medicina del lavoro funzionò.
Insomma, non solo canne. Però anche: laddove la canna in sé non è niente, se non un momento di socializzazione. Ecco, facendo politica (qualunque cosa voglia dire questa strana coniugazione del verbo fare) ho scoperto che gli esseri umani si aggregano ed agiscono intorno a dei simboli, e che sotto questo profilo la politica non è poi così diversa dalla religione. Quali fossero i simboli intorno a cui si aggregavano compagni e amici di Democrazia Proletaria non è difficile da capire, era il solito album di famiglia della sinistra marxista, con qualcosa di libertario e una certa attenzione ai diritti degli individui e non solo a quelli della comunità.
E c'era, certo, qualcosa di religioso, perché nella politica c'è sempre qualcosa di religioso; la politica è un mondo con un proprio calendario, esattamente come le religioni, ha un proprio apparato rituale (ricorrenze, inni, congressi) e, in alcuni casi (qua in Israele lo si vede benissimo) conferisce una identità, proprio come le religioni. In Israele, ma anche in Italia, è difficile che ci si sposi tra persone di orientamento politico opposto. Guarda che strano, le persone politicamente migliori che ho incontrato quando facevo politica, quelle che riuscivano a combinare qualcosa, voglio dire, erano tutte persone in un modo o nell'altro molto religiose. Anche religiose nella loro incazzatura verso le religioni, perché era l'incazzatura delle persone che dalla religione si aspettavano molto, e ne erano rimasti delusi.
In questa piccola storia di provincia, il disbandamento di DP non ha niente a che fare con il terrorismo (e qui saluto il solito ex funzionarietto PCI che so che mi legge con attenzione) né con i mutamenti generazionali, semplicemente era scaduto il contratto di affitto per la sede e rinnovarlo constava troppo. Ma per me non fu affatto una tragedia, questo disbrancaleonamento (ciao funzionario, ti piace il gioco sulla parola banda? Aha, hai visto la sigla DP e quindi pensavi alla banda armata, ma che cosa strana, ma chi lo avrebbe mai detto. E complimenti per il risultato elettorale). Trovai altre occasioni politiche di combinare qualcosa di buono, e magari le racconto un'altra volta.

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