mercoledì, aprile 18, 2007

ci risiamo

In occasione di Yom haShoah il gran rabbino sefardita Mordechai Eliahu ha riaffermato la sua fede in quella visione teologica ortodossa della storia ebraica secondo cui la Shoah è stata responsabilità dei Reform. Niente di nuovo, e soprattutto niente di ultra, ma pura e semplice ortodossia. Io ho smesso di frequentare una sinagoga ortodossa quando il rabbino ha cercato di spiegare la Shoah in questo modo: "anche il padre più amorevole ogni tanto deve punire i suoi figli". E' un uomo che passa per essere aperto al dialogo: si vede che il dialogo con i non ebrei riesce facile a chi ha questo genere di vissuto paterno.
Mordechai Eliahu (scusate, non riesco proprio a premettere il titolo di rav), è una personalità politica, impegnato a conquistare il consenso degli ultra-ortodossi, che si sentono eredi di quei rabbini antisionisti che si sono fidati delle promesse di "ricollocamento", condannando gli ebrei europei allo sterminio.
Da buon bloggatore, io ritengo che ogni opinione, per quanto mostruosa essa sia, ha il diritto di venire espressa; ma le opinioni di un leader politico non sono solo opinioni personali. Quindi supporto la American Reform Zionist Association che vuol portare Eliahu in tribunale.
Le opinioni di Eliahu sono libere e legittime (quando non sono insultanti) proprio perché c'è la libertà di parola. Allora siamo sicuri che anche questa volta la sinistra ebraica italiana interverrà con fermezza, come avvenne qualche anno fa quando il predecessore di Eliahu, Ovadia Yossef si disse convinto che le vittime della Shoah se la erano voluta, se non nella loro vita, perlomeno in quella precedente. In attesa dell'immancabile comunicato stampa di Ha Keillah, di Amos Luzzatto o di chi altro, io proporrei questo brano di Subliminal, l'Eminem sefardita. Perché un minuto di silenzio non è abbastanza.

Nessun commento: