sabato, luglio 21, 2007

culturalshock2


"La maggioranza dei tuoi amici sono ebrei?" I miei compagni di studio, americani, rispondono di . Gli israeliani, idem. Noi ebrei europei, prevalentemente, rispondiamo di no. Noi italiani rispondiamo sicuramente no. Non c'è niente di male o di drammatico in nessuna delle due risposte, che sono il riflesso di storie ebraiche diverse. La nostra comprende anche la Shoah, quella israeliana supera la Shoah, quella americana ... vabbé ne parlo un'altra volta.
Qui voglio dire che è diverso il tipo di Ebraismo. Persino alle stesse parole si dà un significato diverso. Una ragazza che suona la chitarra dopo il kaddish per gli americani è ritorno alla tradizione, perché è stato detto il kaddish (quindi la tradizione c'è), per noi italiani suona come un pelouche piazzato detro l'Aron haKodesh. Poi ti capita di esserci e ti ritrovi a piangere senza accorgertene, perché così deve essere la commemorazione di qualcuno che non c'è più. Un'emozione che ti avvolge, e ti resta solo da chiederti il perché, con malinconia.
Qua a Gerusalemme c'è una sinagoga italiana; per entrare, non sto scherzando, è obbligatorio l'abito elegante. Nelle sinagoghe ricostruzioniste che ho visitato questo Shabbat (azz, quanti bambini) si entra invece vestiti come tutti gli israeliani, tipo artista anni Settanta - io ho indosso roba che ho preso al mercato in Italia, e mi viene da sorridere quando dicono che sono cool, solo perché sono italiano.

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