domenica, agosto 26, 2007

faccia da ebreo

La prima cosa di cui ci si rende conto quando si sbarca all'aereoporto di Tel Aviv è che non esistono caratteri somatici (o fisici) comuni tra gli ebrei. Per chi abbia dei dubbi, questi sono smentiti dalle (belle) foto di Rachel Papo alle soldatesse di Zahal. Bionde, more, rosse; magre, robuste; chiappone e senza culo; piatte e prosperose; alte e basse; con nasi "alla francese" o con orridi becchi - e tutte ebree. Quando ero studente bisognava aprire le prime pagine di un qualsiasi manuale di antropologia, i volti degli israeliani vi venivano di solito accostati (tipicamente: uno di un kibbutz, un baffuto sefardita, una yemenita -senza baffi- e un haredi) a dimostrare che a "tenere insieme" una cultura non sono certo i tratti somatici degli appartenenti. Adesso ci sono pure le foto a colori.
Ma la favola dell'esistenza di una "razza ebraica" tenuta assieme da vincoli di sangue, oltre che da qualche ancestrale solidarietà tribale, è talmente forte e radicata che, per smentirla, persino la prima edizione italiana della celebre Storia dell'antisemitismo di Leon Poliakov, portava in appendice delle tabelle comparative. Queste mostravano come il gruppo sanguigno più diffuso tra gli ebrei tedeschi è lo stesso di quello diffuso tra i tedeschi non ebrei e che non è lo stesso di quello più diffuso tra gli ebrei algerini che hanno (guardacaso) la stessa percentuale di gruppi sanguigni degli algerini non ebrei. Che all'indomani della Shoah un grande storico come Poliakov si sia sentito costretto a ricorrere all'anatomia la dice lunga sulla profondità e la persistenza del pregiudizio che lo storico stesso intendeva ridimensionare.
Quando una frottola viene creduta da tanta gente e per così tanto tempo, nonostante sia palesemente una frottola, conviene conoscerla un po' meglio.
I tratti somatici che la tradizione antisemita attribuisce agli ebrei (il naso acquilino, le labbra sporgenti, le dita adunche) sono le stesse che, nell'iconografia medievale, erano caratteristiche del diavolo.
Esiste una letteratura storiografica piuttosto cospicua (da Joshua Trachtenberg a
Bernhard Blumenkranz) che spiega bene in che modo si è creato questo passaggio, dall'ebreo al diavolo e viceversa. Per la cristianità medievale il diavolo è il nemico del Bene, è il creatore di discordia, è la carnalità opposta alla spiritualità e, soprattutto, è potente, troppo potente.
E queste sono le caratteristiche che l'immaginario antisemita moderno attribuisce agli ebrei. Malvagi (o strumento del Male, di volta in volta gli USA o il Comunismo), avidi (versione moderna della carnalità), responsabili di ogni guerra e sopattutto troppo potenti - sproporzionatamente potenti.
Un immaginario così stratificato e auto-referenziale non scompare dall'oggi al domani, solo perché siamo usciti dal medioevo o ci siamo lasciati il nazismo alle spalle o perché siamo postmoderni - epoca nella quale, al limite, tutte le entità che abitano l'immaginario simbolico dei tempi precedenti anziché annullarsi a vicenda si trovano a riemergere, senza alcuna congruenza.


L'ebreo che scrive i discorsi di Bush - caricatura araba.
Notare i tratti somatici.

Anzi: senza troppa fatica si potrebbe mettere insieme un elenco di scrittori (pure ebrei) che tirano in ballo quell'immaginario -di solito come metafora- pur essendo consapevoli delle sue implicazioni e della sua genesi. E così ecco che, nei luoghi e nei momenti più impensati, capita di imbattersi in chi ritiene che gli ebrei abbiano "tratti somatici comuni" dovuti (si capisce) all'endogamia lunga, prolungata e irragionevole. Ché noi siamo tutti un po' razzisti e rifiutiamo di confonderci con gli altri, in quell'allegro imbastardimento che per la Rossanda è la vera soluzione della questione ebraica. E questo nostro ostinato rifiutare le gioie dell'assimilazione è in qualche modo collegato al nostro rifiutare la pace - o il dialogo con Hamas.
Per chi si fosse dimenticato, ecco un estratto dello statuto di Hamas, che spiega le vedute del movimento islamista a proposito degli ebrei. Mi sembra doveroso doversi sedere a dun tavolo con questa gente, se davvero si vuole la pace.

Il nemico ha programmato per lungo tempo quanto è poi effettivamente riuscito a compiere, tenendo conto di tutti gli elementi che hanno storicamente determinato il corso degli eventi. Ha accumulato una enorme ricchezza materiale, fonte di influenza che ha consacrato a realizzare il suo sogno. Con questo denaro ha preso il controllo dei mezzi di comunicazione del mondo, per esempio le agenzie di stampa, i grandi giornali, le case editrici e le catene radio-televisive. Con questo denaro, ha fatto scoppiare rivoluzioni in diverse parti del mondo con lo scopo di soddisfare i suoi interessi e trarre altre forme di profitto. Questi nostri nemici erano dietro la Rivoluzione francese e la Rivoluzione russa, e molte delle rivoluzioni di cui abbiamo sentito parlare, qua e là nel mondo. È con il denaro che hanno formato organizzazioni segrete nel mondo, per distruggere la società e promuovere gli interessi sionisti. Queste organizzazioni sono la massoneria, il Rotary Club, i Lions Club, il B’nai B’rith, e altre. Sono tutte organizzazioni distruttive dedite allo spionaggio. Con il denaro, il nemico ha preso il controllo degli Stati imperialisti e li ha persuasi a colonizzare molti paesi per sfruttare le loro risorse e diffondervi la corruzione. A proposito delle guerre locali e mondiali, ormai tutti sanno che i nostri nemici hanno organizzato la Prima guerra mondiale per distruggere il Califfato islamico. Il nemico ne ha approfittato finanziariamente e ha preso il controllo di molte fonti di ricchezza; ha ottenuto la Dichiarazione Balfour e ha fondato la Società delle Nazioni come strumento per dominare il mondo. Gli stessi nemici hanno organizzato la Seconda guerra mondiale, nella quale sono diventati favolosamente ricchi grazie al commercio delle armi e del materiale bellico, e si sono preparati a fondare il loro Stato. Hanno ordinato che fosse formata l’Organizzazione delle Nazioni Unite, con il Consiglio di Sicurezza all’interno di tale Organizzazione, per mezzo della quale dominano il mondo. Nessuna guerra è mai scoppiata senza che si trovassero le loro impronte digitali.

Sarà una mia sfortuna. Ogni volta che incontro un critico della politica di Israele viene fuori che non si scandalizza affatto per la diffusione di simili deliri tra i palestinesi. Perché considera i palestinesi vittime di una ingiustizia storica, perpetrata nel 1948 (quindi il problema non è cosa fa Israele, ma il fatto che c'è). E tale ingiustizia proseguirebbe con la Legge del Ritorno, che non è un provvedimento di uno Stato sovrano, che assicura la cittadinanza a chi cavolo gli pare, ma un progetto di discriminazione su base religiosa (nientemeno). In breve: "gli arabi si fanno saltare con le bombe perche' gli israeliani gli hanno occupato casa loro" (vedi qui). La grammatica è un po' incerta, ma la cronologia è ferrea.
Sarò sfortunato, che volete che vi dica: tutti i "critici della politica di Israele" nei quali mi sono imbattuto, non sono mai stati da queste parti ma hanno le idee chiarissime su chi sono gli aggrediti (tutti, tranne Israele) e chi sono gli aggressori (Israele, ovvero la longa manus degli USA cioé del diavolo) e soprattutto di chi è la colpa (di Israele, che non vule fare la pace perché è scemo e cattivo e prepotente). E hanno anche le idee molto chiare su chi sono gli ebrei. Sentite un po' (qui, l'originale):

La religione ebraica nasce e si diffonde presso popolazioni dell'area semitica. Queste popolazioni poi vivono la diaspora e si diffondono in altre aree.
Ora, le razze non esistono, ma determinati caratteri somatici comuni ai gruppi umani si'. Per quanto la cosa sia palese ed evidente (prendi un gruppo di 10 greci ed un gruppo di 10 scandinavi, verdai che forse capisci quali sono quelli del nord europa) c'e' qualcuno che lo nega. Vabbe'...
Non risulta affatto strano che gli ebrei (che in molti casi si sono scarsamente mescolati con le popolazioni dei luoghi dove sono immigrati) si siano distinti dagli abitanti autoctoni per determinate caratteristiche somatiche (tieni anche conto che non parliamo della realta' odierna, oggi siamo tutti "mischiati", una volta le stesse famiglie abitavano una stessa zona per decine e decine di generazioni). Indovina quale, fra le varie caratteristiche somatiche, e' stata maggiormente notata? Caratteristica somatica che, tra l'altro, non era certo condivisa da tutti gli ebrei, e che, ad oggi (mischia che ti mischia) risulta pure notevolmente diffusa fra i non ebrei.
Pero' tanto e' bastato per farsi appiccicare il nomignolo di "nasi camusi" e per fare arrivare il nomignolo fino ai nostri giorni. Inutile che ti dica che tale nomignolo non e' certo stato utilizzato a mo' di vezzeggiativo.
Resta il fatto che se mi guardo allo specchio una certa qual traccia della mia discendenza ebraica la noto.

Tutto questo, beninteso, da uno di quelli convinti che sia un dovere morale criticare Israele, ma che non una sola volta ha lamentato cosa succede ai bambini di Sderot (kassam arrivati anche oggi, per chi non legge i giornali). Gli ebrei -che, notare, sono sempre degli "immigrati"- rifiutano di mischiarsi con le popolazioni autoctone e quindi hanno il naso lungo e brutto, poi è arrivato il momento che ci si mischia, tipo adesso, ed ecco che il naso ebraico è spuntato un po' a tutti. Ho letto papiri interi sull'economia agricola medievale: del tutto inutile, l'ideologia che vuole il contadino ancorato alla terra è, in Italia, resistente ai dati di fatto. Tanto siamo affezionati al mito del Mulino Bianco (e dell'ebreo estraneo).
Ma l'individuo ha un altro tratto caratteristico, oltre alla poderosa ignoranza storica e alla spocchia: è convinto di avere chissà quale remota discendenza ebraica. E qui la questione si fa antropologicamente interessante. Perché un vero tratto comune degli antisemiti, oops, degli antisionisti, oops dei critici di Israele è che hanno anche loro un amico ebreo. Se non hanno un amico ebreo hanno a disposizione un esempio di ebreo simpatico, diciamo: moralmente pulito. Non che ne manchino, soprattutto sul mercato editoriale italiano, che mi dicono essere pullulante di autobiografie di ebrei non sionisti, di ebrei convertiti al cristianesimo (Israel Shamir, per esempio) e di deliranti apologie di quei signori vestiti di nero che per pregare devono stare lontani dalle donne, che nemmeno hanno la radio (ma il loro capo possiede cospicue azioni di compagnie radiotelevisive che, guardacaso, trasmettono nel mondo arabo) e che esprimono il loro dissenso nei confronti della cremazione con metodi, diciamo, rumorosi. Questa è la tempra morale degli ebrei antisionisti, altrimenti detti tradizional-masochisti.
Ma non tutti hanno un amico del genere. Il nostro interlocutore fisionomista allora fa come Alice: va nello specchio per trovarselo. I suoi tratti somatici lo aiutano a trovare l'ebreo. E quali sarebbero questi tratti somatici? Ma quelli di Arafat, naturalmente. Il vero abitatore dell'area mediorientale. Mica come noi ebrei, che siamo i cattivi che hanno privato gli arabi delle terre abitate da secoli - a me questa storia del legame tra sangue e suolo suona vagamente inquietante, soprattutto se accompagnata a una robusta dose di antisemitismo (ooops, di critica di Israele, anzi delle sue politiche). Così, a proposito di memoria.

Mi rendo conto di dare alla parola memoria dei significati diversi da quando sono qui. Confronto con i miei scritti di tempo fa. Ci sono stati momenti piuttosto amari: un sindacalista scriveva in luogo pubblico che la pace in medio oriente si otterrà quando Israele verrà trasferito in Germania -perché si sa, gli arabi sono tutti innocenti- e se ci deve essere qualcuno che paga quelli devono essere i tedeschi. Poi, privatamente, mi chiedeva consulenze per capire se e quanto antisemitismo c'era in non so quale sito web. Mi ci incazzai, ovviamente. Potersi presentare come il guardiano rispetto alle derive antisemite (che nella CGIL sono più di un rischio virtuale - o nessuno si ricorda della bara depositata davanti alla sinagoga di Roma prima della morte di Stefano Taché) ha i suoi effetti sulla carriera politica e sindacale. Avete presente il bravo padre di famiglia che fa una fiaccolata contro la prostituzione e poi si fa fare i pompini dalla nigeriana (che è più economica) ? Ma mi incazzai soprattutto perché, inizialmente, avevo creduto alla buona fede del sindacalista in questione - recentemente ho pure cercato inutilmente il suo nome nella petizione contro i negazionisti all'Università di Teramo. E ci avevo creduto perché tutti e due davamo lo stesso significato alla stessa parola, memoria; che non era una parola da poco. Era il periodo in cui AN, cioé i fascisti, andavano al governo in Italia. E ci si preoccupava in nome, appunto, della memoria.
C'era chi temeva che il governo avrebbe ridimensionato i diritti sanciti dalla Costituzione, che per i fascisti non rappresenta quello che rappresenta per tutti gli altri. La memoria era memoria, appunto, della Costituzione, nata dalla lotta antifascista. Ma con il tempo è invalso un altro significato; memoria è diventato una specie di imperativo morale a schierarsi contro i cattivi. In sé, in questo ragionamento non ci sarebbe niente di male, a parte un certo senso di astrazione (le vittime di Auschwitz cessano di essere persone e diventano simbolo di tutte le vittime del mondo). Ma è quando si inizia a tracciare la linea che separa i buoni dai cattivi che iniziano i problemi.
Nella sinistra italiana si è infatti sviluppata una bizzarra teologia della sostituzione, parallela a quella cristiana. Il cristianesimo ritiene
a) che gli ebrei siano stati il popolo eletto (gli ebrei danno a questo concetto dell'elezione tutto un altro significato, prima o poi lo spiego).
b) che il nuovo popolo eletto sono i cristiani.
Ugualmente nella sinistra italiana si è diffusa l'idea che
a) gli ebrei in passato sono stati soprattutto quelli perseguitati dagli altri (riduzione degli ebrei da soggetto a oggetto).
b) adesso invece il ruolo dei perseguitati con cui solidarizzare è passato ad altri. Soprattutto agli islamici - tutti, compresi quelli che frustano le adultere, istigano al pogrom, lapidano gli omosessuali: che se tutto questo succede è colpa di Israele e degli USA. Cioé del diavolo, che è corruttore e che è anche proprietario dei mezzi di comunicazione, che poi infatti bisognerebbe vedere veramente come vanno le cose, ci sono donne che nello chador ci stanno bene, perché dobbiamo togliere la loro cultura? Che siamo: colonialisti, sionisti, nazisti?
Se i cattivi sono gli USA, quindi Israele, ecco che memoria significa anche chiudere gli occhi davanti alle porcate di Hamas o di Fatah. Al progetto (di matrice nazista, cosa che tutti continuano a dimenticare) di distruggere Israele e rimpiazzarlo con uno statarello islamico e/o uno "Stato-di-tutti-i-cittadini-palestinesi" con gli ebrei, di nuovo, in minoranza, alla portata della prossima ondata di odio.
Chiarisco: sono contrario alla storia immaginata alla Goldhagen - con l'antisemitismo nei panni del diavolo, che si sveglia ogni tanto senza una specifica ragione. E ho dedicato diversi anni della mia vita a studiare la convivenza tra ebrei e cristiani. Ma, detto questo, ogni ricerca delle "cause dell'antisemitismo" che atterra su determinismi economici, continua ad assomigliare a "l'antisemitismo c'è perché gli ebrei -non per colpa loro, eh- hanno uno speciale rapporto con il denaro". Oppure, ogni spiegazione che atterra sulla politica internazionale assomiglia -in maniera preoccupante- a: "è colpa dei sionisti se c'è antisemitismo". Cioé: "i sionisti diffondono antisemitismo per le loro bieche manovre" (e qui siamo al delirio puro: è colpa degli ebrei stessi se sono perseguitati). Oppure: "bisogna essere comprensivi verso chi reagisce alle folle pretesa degli ebrei di decidere da soli del proprio futuro".
Perché, vedete, qui -dove gli ebrei decidono del proprio futuro- la parola memoria non significa solo solidarietà verso tutti gli sfigati. Ogni caserma ha un proprio memoriale della Shoah. E lo so che la caserma è pagata (anche) dallo zio Sam. Sarei molto contento se ci fosse qualcun altro che pagasse (chessò, la mamma Europa, il babbo ONU). Perché qui memoria significa innanzitutto il mai più e, conseguentemente, il diritto di noi ebrei ad avere uno Stato -ed un esercito- per difenderci dai rischi di sterminio, senza aspettare che la buona coscienza del mondo si accorga di noi - ché l'ultima volta questa buona cosicenza ha rifiutato di bombardare Auschwitz per fermare lo sterminio anche solo per un giorno.
Guardo fuori dalla finestra e no, i famosi tratti somatici comuni non li vedo proprio. Vedo un sacco di gente in una città che non è mai stata così sicura e -persino- ricca, i cui abitanti (sì, anche arabi; e soprattutto donne) godono di un livello di occupazione e di un tenore di vita senza precedenti. Ma quel tizio -che mi dicono insegnare in una Università e la cosa, se vera, mi mette un po' di paura- non vuole venire quai a vedere da vicino. Chissà perché. Dice pure di essere di sinistra. E che ci sono (stati?) tratti somatici comuni tra gli ebrei. Che non è mica come dire che i negri puzzano (quello sì, che è razzismo). Perché ci sono bambini a cui è stato insegnato che, e allora mica li si può condannare, Sono mica come i bambini di Sderot, che se crepano ci sarà una ragione. Nei loro tratti somatici, probabilmente, che potete vedere qui. Sono evidentemente gli stessi di quegli ebrei che "sono sempre lì a pensare agli anni Venti". A proposito di memoria.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Belle le foto. Anche se e' sempre brutto vedere che i soldati tengono vestiti larghi e lunghi.

Ci si fanno le bende per i feriti. :(

Uriel