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Una delle cose più interessanti in Israele è Ma'ale, l'unica scuola di cinema ortodossa al mondo. E' aperta a tutti, gli insegnanti - così come gli attori- sono quasi tutti laici o reform. Le lezioni seguono il calendario ebraico e le uniche scene vietate sono quelle di nudo - il che permette la frequenza ai sionisti religiosi, ma anche una vastissima libertà di espressione. Ma'ale esiste da molto tempo e i film che ne escono da questa scuola (per ottenere il diploma bisogna dirigere un film) affrontano anche temi complessi e scottanti - quest'anno per esempio un allievo si è diplomato con un film su una storia di coming out all'interno di una yeshiva. Famoso è anche La moglie di Cohen, premiatissimo un po' dappertutto, che racconta le censure sulla violenza sessuale all'interno del mondo haredi. La casa numero 103 segue lo sgombero da Gaza di una famiglia di coloni, ed è un film che ha vinto un premio a Singapore: un docu-film, in cui non ci sono buoni e cattivi, ma solo la storia di una famiglia molto semplice e di soldati molto perplessi. Cinema che sa parlare a tutti.
Sono film che contribuiscono a far conoscere Israele e il mondo ebraico, e che allo stesso tempo permettono di affrontare temi che nella comunità ortodossa (e non solo) sono spesso passati sotto silenzio. Roba seria, insomma. E ora la battuta: li vedremo mai in Italia?
Sono film che contribuiscono a far conoscere Israele e il mondo ebraico, e che allo stesso tempo permettono di affrontare temi che nella comunità ortodossa (e non solo) sono spesso passati sotto silenzio. Roba seria, insomma. E ora la battuta: li vedremo mai in Italia?
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