alla fine del mondo svolta a sinistra
"Eravamo tutti dottori? Tutti avvocati? Nessun ciabattino? Nessun mendicante? Tutti amici del re del Marocco, tutti, tutti?? Che vita intensa che aveva questo re, amico di tutti gli ebrei! E allora perché vi hanno sbattuti fuori?!" Nicole, sedici anni (o giù di lì) urla così a sua madre, in una scena di סוף העולם שמולה ("Alla fine del mondo svolta a sinistra"). Lei non lo sa, ma la mamma è ammalata di leucemia. Ma non si deve dire, altrimenti si rovinerà la festa del matrimonio della sorella di Nicole.
Siamo nei primi anni Settanta, "alla fine del mondo" - che in Israele vuol dir quello che a Firenze si dice "tra i bisci e le bodde". Cioé in una delle "nuove città" che Israele nel Negev ha costruito per assorbire i nuovi immigrati. Nicole, di orgine marocchina, è molto amica di Sara, di origine indiana. Marocchini ed indiani, i due gruppi "etnici" non si piacciono, quella che si vede è una specie di guerra di civiltà (francesi contro inglesi), che sembra interrompersi solo per una surreale partita di cricket in mezzo al deserto - e per un più concreto sciopero. La storia del film è la storia di come Sara e Nicole diventano donne -con le ribellioni, le complicità, i sogni e le esplosioni ormonali che accompagnano l'adolescenza. Racconta anche come le due diventano israeliane e finisce quando Sara, la più introversa delle due, parte per il militare portandosi dietro il suo diario, che solo molto più tardi farà leggere all'amica.
Nicole, invece, per il momento non parte. La madre non c'è più. Sul letto di morte dava istruzioni per il suo funerale. Voleva le lamentrici e ha ingaggiato un gruppo di signore berbere. Ma per favore non dite che il mio cous cous era il più buono. Da noi non si mangiava cous cous, ma pasticcio di piccione. Prima di morire devo darti la ricetta. Troi, deux, un, עוד פעם, di nuovo Oh, povera donna, la sua casa era sempre così pulita...
Il film è stato visto anche in Italia, se vi capita non perdetelo.
Siamo nei primi anni Settanta, "alla fine del mondo" - che in Israele vuol dir quello che a Firenze si dice "tra i bisci e le bodde". Cioé in una delle "nuove città" che Israele nel Negev ha costruito per assorbire i nuovi immigrati. Nicole, di orgine marocchina, è molto amica di Sara, di origine indiana. Marocchini ed indiani, i due gruppi "etnici" non si piacciono, quella che si vede è una specie di guerra di civiltà (francesi contro inglesi), che sembra interrompersi solo per una surreale partita di cricket in mezzo al deserto - e per un più concreto sciopero. La storia del film è la storia di come Sara e Nicole diventano donne -con le ribellioni, le complicità, i sogni e le esplosioni ormonali che accompagnano l'adolescenza. Racconta anche come le due diventano israeliane e finisce quando Sara, la più introversa delle due, parte per il militare portandosi dietro il suo diario, che solo molto più tardi farà leggere all'amica.
Nicole, invece, per il momento non parte. La madre non c'è più. Sul letto di morte dava istruzioni per il suo funerale. Voleva le lamentrici e ha ingaggiato un gruppo di signore berbere. Ma per favore non dite che il mio cous cous era il più buono. Da noi non si mangiava cous cous, ma pasticcio di piccione. Prima di morire devo darti la ricetta. Troi, deux, un, עוד פעם, di nuovo Oh, povera donna, la sua casa era sempre così pulita...
Il film è stato visto anche in Italia, se vi capita non perdetelo.
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