lunedì, gennaio 28, 2008

in diretta dal centro del mondo

Il Comune ci avvisa che domani si scatena una tempesta, pioggia, vento e verso sera pure la neve. Il portavoce del sindaco è comparso in televisione per dire che Gerusalemme è la città più bella del mondo, quando nevica, e che bisogna stare attenti a non scivolare. Siccome domani si presenta il rapporto della Commissione Winograd, ci hanno assicurato che le strade attorno alla Knesset saranno pulite. Mentre scrivo sento fuori un vento madornale, pare sia anche caduta una insegna.
Ho appena letto una nota del grandissimo Uriel a proposito dell'odore delle città. Eccola qua:
Condivido in pieno. L'odore di Bologna è lo stesso delle città emiliane, e siccome ci sono stato in mezzo un sacco di volte, mi pare quasi si sentirlo. Di Milano, ripeto, non parlo - ma condivido. E questa città, che per tanta gente è stata ed è il centro dell'Universo?
C'è una poesia di Yehuda Amichai in cui lui sta seduto (mi pare) su una pietra, passa una guida turistica e si mette a parlare di quanto è importante quella pietra, perché dicono che quella sarà la pietra da cui si vedrà il Messia (che 'sto Messia, se quando arriva dovesse fare tutto quel che dicono deve fare a Gerusalemme ci mette un paio di anni e finisce che Olmert la scampa nche stavolta). E Amichai dice che il Messia arriverà quando la guida, ed i turisti, vedranno un uomo e non una pietra. Bello, e profondamente ironico, come tutta la poesia di Amichai. Però Gerusalemme è quelle pietre. E' quella storia.
In Italia se e quando viene Bush si tirano delle maledizioni contro Bush per quello che fa altrove. Qui Bush è venuto per discutere del futuro di questa stessa città. Qui la storia la senti. Là, in Europa, stai dentro una specie di bolla, dove l'oggi è, grossomodo, uguale a ieri o simile a domani. Qui no, questa sicurezza non la hai. Tu passeggi per Milano, per Torino, per Bologna, e i monumenti sono monumenti, stanno lì da secoli. Qui passi accanto all'Hotel King David, quello della bomba, e conosci uno che ha il fratello che conosce quello che la ha messa, quella bomba che sconfisse gli inglesi - gente che solo a teatro si sentiva dire che se un ebreo è ferito, sente male lui pure. Qui senti la storia scorrere sulle pietre. L'odore di quesa città è l'odore del vento.
Gerusalemme ha un odore secco. Il vento, dicono, odore non ne ha. Non è vero. Provate a venire qui. Il vento, qui, sa di rosmarino e di sole, anche quando è inverno. Gerusalemme è una città aspra, gli abitanti sono gente dai modi bruschi, non si fanno convincere e alzano facilmente la voce. Ed è un accento che uno può riconoscere, come in Italia si riconosce l'accento dei bergamaschi - e qualcosa in comune, non scherzo, c'è: le vocali cupe, per esempio. E quel sh che collega una parola all'altra e si mangia le vocali brevi. E il modo di ridere: a Gerusalemme si ride mostrando i denti. E certo, perché qui la gente è aggressiva e scostante. Dico, a voi non girerebbero le palle se la vosta città fosse periodicamente invasa da esaltati alla ricerca di una Disneyland delle religioni?

Aggiornamento: foto del mattino dopo. Ancora odore di vento.

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