lacerazioni
La notizia rischia di passare inosservata in Italia: un gruppo di rabbini ortodossi americani ha deciso di organizzare propri tribunali rabbinici, per decidere questioni come la conversione e la kasherut. E' una aperta rottura nei confronti del Rabbinic Council of America, l'organizzazione rabbinica ortodossa USA, che i fondatori di questo gruppo (Marc Angel, tra gli altri) reputano in preda a una haredizzazione non più tollerabile. Si fa quindi più concreta la possibilità di avere prodotti che sono considerati kasher da alcune autorità rabbiniche e non da altre, con le inevitabili conseguenze economiche; e anche quindi conversioni ortodosse che non sono riconosciute da altri rabbini ortodossi. Di tutto questo avevo già parlato. Qualcosa già succede, vedi ad esempio la storia di una cittadina italiana, convertita in Italia dai rabbini Laras, Richetti e Bahbout, che si sta vedendo rifiutata la cittadinanza israeliana, perché probabilmente la sua conversione non è ritenuta valida dai rabbini israeliani. Ne parla la rivista Jerusalem Report, nel numero del 18 marzo, sfortunatemente non on line.
La lacerazione in atto nel mondo ortodosso riguarda non solo dettagli (che poi tanto dettagli non sono) come la kasherut e i criteri in base ai quali riconoscere la serietà degli aspiranti alla conversione. Più in generale è in gioco l'atteggiamento verso la modernità: i haredim, cercano le occasioni di scontro in cui possono mostrare sia un atteggiamento intransigente (rendere impossibile la conversione) sia una autosufficienza economica (riguardo al mercato dei prodotti kasher, per esempio). Il loro grido di battaglia è: "ogni innovazione è proibita dalla Torà", l'icastico e aggressivo manifesto ideologico del Chatam Sofer. E per innovazione si intende qualsiasi variazione dello stile di vita e dell'ordine di valori caratteristico dell'Europa Orientale pre-Illuminismo.
Sì, certo, sono quelli che piacciono molto al pubblico italiano, che se li immagina miti suonatori di klezmer o sognatori comunisti. Che è un articolo di gran moda, presso gente che non ha mai conosciuto un ebreo in vita sua: il venditore è un sefardita mica per niente. Il fatto è che la aggressiva crescita di questo fondamentalismo contrario alla modernità e al sionismo sta infastidendo non poco i settori liberali dell'ortodossia che, appunto, si organizzano fino a sfiorare la scissione dalle istituzioni più rappresentative.
La lacerazione in atto nel mondo ortodosso riguarda non solo dettagli (che poi tanto dettagli non sono) come la kasherut e i criteri in base ai quali riconoscere la serietà degli aspiranti alla conversione. Più in generale è in gioco l'atteggiamento verso la modernità: i haredim, cercano le occasioni di scontro in cui possono mostrare sia un atteggiamento intransigente (rendere impossibile la conversione) sia una autosufficienza economica (riguardo al mercato dei prodotti kasher, per esempio). Il loro grido di battaglia è: "ogni innovazione è proibita dalla Torà", l'icastico e aggressivo manifesto ideologico del Chatam Sofer. E per innovazione si intende qualsiasi variazione dello stile di vita e dell'ordine di valori caratteristico dell'Europa Orientale pre-Illuminismo.
Sì, certo, sono quelli che piacciono molto al pubblico italiano, che se li immagina miti suonatori di klezmer o sognatori comunisti. Che è un articolo di gran moda, presso gente che non ha mai conosciuto un ebreo in vita sua: il venditore è un sefardita mica per niente. Il fatto è che la aggressiva crescita di questo fondamentalismo contrario alla modernità e al sionismo sta infastidendo non poco i settori liberali dell'ortodossia che, appunto, si organizzano fino a sfiorare la scissione dalle istituzioni più rappresentative.
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