yom ha Shoah
I prossimi giorni non saranno facili. Yom ha Shoah è una ricorrenza terribile, forse ancora più grave se sei europeo, se il luogo in cui sei nato è vicino a quelli dell'orrore. Uno vorrebbe avere delle risposte, ma non ci sono. Si prova appena a formularle: sei milioni di persone sono morte per via del conflitto tra lavoratori e capitale. Oppure: sei milioni di persone sono morte perché ci sono in giro persone tanto cattive. Suona terribilmente ridicolo. Uno ci prova, a cercare risposte. La domanda, il perché?, resta in gola. Ogni possibile risposta può essere smentita e dopo tanti tentativi il solo pensiero di chiedere diventa tragicamente vuoto.
Il più vasto cimitero ebraico del mondo è a Lodz. I nazisti a Lodz non incenerivano i cadaveri: li sotterravano. Naturalmente dopo averli privati di nome, segnati con un numero. E attualmente è in corso un progetto, a cura anche dell'esercito di Israele, in cui si cerca di restituire nomi alle vittime, utilizzando la documentazione archivistica. Non è raro vedere soldati isreliani nel cimitero del ghetto di Lodz (pochi sanno che il servizio militare in Israele comprende anche quello che in Italia si chiama volontariato, solo che è obbligatorio). Fu dentro il cmitero di Lodz che si salvò una signora di cui mi hanno parlato, qualche giorno fa. La mamma la nascose là, in mezzo alle tombe, il giorno che tutti i bambini dovevano partire da Lodz verso l'ignoto. I tedeschi le trovarono poco dopo e le spedirono ad Auschwitz. Ad Auschwitz diedero loro questa possibilità: o girare senza mutande, o vestire della biancheri intima ricavata dai tallitot. Infamare gli oggetti rituali ebraici era uno dei passatemi preferiti dei nazisti. Lo è stato dei romani, che bruciavano i maestri dopo averli avvolti dei rotoli della Torà, e poi lo è stato dell'Inquisizione, e poi dei comunisti e adesso degli islamisti, che trasformano i cimiteri ebraici in latrine.
Degradazione che mamma e figlia rifiutarono. Uscite dall'inferno emigrarono in Israele e la signora ha spiegato che là, nelle tenebre, era riuscita a sopravvivere perché aveva un sogno, che ora si è realizzato: ad per ogni membro della sua famiglia che vive in Israele ha regalato un tallet tessuto ta lei. Un paio si sono visti anche indosso ai soldati che lavorano per dare un nome alle vittime dell'inferno di Lodz e che poi rischiano la propria vita perché quell'orrore non torni più.
Il più vasto cimitero ebraico del mondo è a Lodz. I nazisti a Lodz non incenerivano i cadaveri: li sotterravano. Naturalmente dopo averli privati di nome, segnati con un numero. E attualmente è in corso un progetto, a cura anche dell'esercito di Israele, in cui si cerca di restituire nomi alle vittime, utilizzando la documentazione archivistica. Non è raro vedere soldati isreliani nel cimitero del ghetto di Lodz (pochi sanno che il servizio militare in Israele comprende anche quello che in Italia si chiama volontariato, solo che è obbligatorio). Fu dentro il cmitero di Lodz che si salvò una signora di cui mi hanno parlato, qualche giorno fa. La mamma la nascose là, in mezzo alle tombe, il giorno che tutti i bambini dovevano partire da Lodz verso l'ignoto. I tedeschi le trovarono poco dopo e le spedirono ad Auschwitz. Ad Auschwitz diedero loro questa possibilità: o girare senza mutande, o vestire della biancheri intima ricavata dai tallitot. Infamare gli oggetti rituali ebraici era uno dei passatemi preferiti dei nazisti. Lo è stato dei romani, che bruciavano i maestri dopo averli avvolti dei rotoli della Torà, e poi lo è stato dell'Inquisizione, e poi dei comunisti e adesso degli islamisti, che trasformano i cimiteri ebraici in latrine.
Degradazione che mamma e figlia rifiutarono. Uscite dall'inferno emigrarono in Israele e la signora ha spiegato che là, nelle tenebre, era riuscita a sopravvivere perché aveva un sogno, che ora si è realizzato: ad per ogni membro della sua famiglia che vive in Israele ha regalato un tallet tessuto ta lei. Un paio si sono visti anche indosso ai soldati che lavorano per dare un nome alle vittime dell'inferno di Lodz e che poi rischiano la propria vita perché quell'orrore non torni più.
Nessun commento:
Posta un commento