archetipi due - la vendetta
Anche stavolta non metto nessun link, perché sto per copincollarvi un paciugo di frasi e sentenze e luoghi comuni che non potete attribuire precisamente a qualcuno o qualcun altro, ma che avrete senz'altro già sentito. Se avessi un cazzato-metro sono certo che avrei potuto certificare un aumento della produzione di questi discorsi mano a mano che si avvicinava la celebrazione dei sessanta anni di indipendenza di Israele, una democrazia che è rimasta tale nonostante uno stato di guerra continuo, in una zona del mondo in cui di democrazie ce ne sono poche e la cui economia mostra un tasso di crescita sorprendente. E di cui stormi di avvoltoi prevedono la fine. Giusto di queste strampalate previsioni vorrei parlare, perché secondo me sono molto simili all'archetipo degli ebrei decaduti, o della splendida Israele che non è più quella di una volta.
Gli avvoltoi rilevano con soddisfazione ogni diminuzione dello zero virgola del PIL di Israele, sottolineano come anche gli arabi facciano figli (ma và?), e che di ebrei non ne immigrano più. Lo scopo è dimostrare, con precisione matematica, che Israele è finito. Che dovrebbe trasformarsi in uno Stato per tutti i cittadini, il che significa, se Israele fosse l'Italia, che Roma dovrebbe essere ceduta interamente allo Stato della Chiesa, e che lo Stato della Chiesa andrebbe ricostituito, garantendo cittadinanza a tutti coloro che si dichiarino discendenti di ex abitanti dello Stato della Chiesa e che non siano italiani. Una fesseria? Ovvio che è una fesseria. Ma secondo il solito branco di avvoltoi, che sono convinti di volteggiare intorno a un cadavere, sarebbe l'unico modo per fare giustizia.
E proprio su questo strampalato concetto di giustizia vorrei soffermarmi: sottintende l'idea che prima che arrivassero i sionisti metropolitani cattivi ed invasori, qui era tutta campagna idillio bucolico in cui i contadini pascolavano le loro capre, fedeli alle loro tradizioni ed in cui persino gli ebrei se ne stavano buonini ed in pace col mondo. Insomma, qui i mulini erano bianchi. Ma questo strampalato concetto di giustizia, secondo cui si può fare giustizia solo radendo al suolo uno Stato (che non ne vuole sapere di essere raso al suolo, come attesta la sua vitalità culturale ed economica) sottintende un altro curioso archetipo: che è quello che Israele sarebbe uno Stato artificiale, creato da invasori che hanno cacciato, o soggiogato i naturali abitatori di questa terra. A me questa distinzione tra abitante naturale e abitante artificiale fa sempre un po' ridere, come tutto il parlare di radici, che tratta gli esseri umani come se fossero carote.
E badate bene che io non ho nessuna intenzione di negare che una ampia massa di immigrati è arrivata qui dall'Europa (e anche da un posto molto lontano, che si chiama Medio Oriente), solo che non capisco perché vada definita come ingiusta. A meno che il discrime tra giusto ed ingiusto non venga tracciato in base a quel genere di archetipi secondo cui tra uomo e terra esisterebbe un legame ancestrale, magari fatto di sangue. Quel genere di archetipi che resistono alla prova dei dati di fatto e che spingono a esultare per uno spostamento di qualche zero virgola in una qualsiasi statistica: lo avete visto, lo Stato artificiale sta crollando da solo, presto giustizia sarà ristabilita.
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