destra o sinistra
La parasha di questa settimana è Lekh lekha, con la quale inizia la storia di Abramo. Ne parlavamo tra studenti, perché qui si usa parlare di viaggio verso the rabbinate, di spiritual journey ecc. E ci si chiedeva in cosa siamo cambiati, in questi mesi. A differenza dei miei colleghi americani, che quando accendono skype di là dall'Oceano è notte o giù di lì, io quando mi collego al PC trovo più o meno le stesse persone che trovavo in Italia. Un contatto più stretto? Non so.
Questi amici non sono in viaggio con me. Un poco alla volta mi rendo conto che ci sono parole a cui diamo significati diversi. Tipo, chessò, sionismo, pensavo girando al cimitero di Kinneret. In Italia c'è un gran daffare per decidere se il sionismo di sinistra o di destra, con una parte che sottolinea le alleanze imbarazzanti dell'altra - e più passa il tempo in cui sono lontano dall'Italia, meno mi interessa questa battaglia. Mi pare uno sforzo classificatorio che raggiunge il culmine quando si può distinguere tra sionisti di destra e sionisti di sinistra. Il sogno supremo, immagino, sarebbe di metterli l'un contro l'altro e di vedere, finalmente, qui nella Terra Promessa, la destra sconfitta dalla sinistra. Non da un centro-sinistra come quello all'italiana, da una sinistra con bandiere rosse, inni alla fratellanza dei lavoratori e iconografia di stampo sovietico. Bene, tenetevi forte: da queste parti le cose non stanno affatto così.
Il principale discrimine, ora come ora, non è tra destra e sinistra, ma tra i partiti sionisti (destra e sinistra) e quelli antisionisti (i cosiddetti religiosi), il quale è un campo che si va sempre più frammentando. Aprendo a caso Haaretz scopri che il destro Lieberman vuole, nientemeno, conversioni rapide per i nuovi cittadini e che i sionisti religiosi istituiranno propri procedimenti per la conversione, approfondendo la rottura nei confronti del rabbinato centrale.
Pluralismo e cittadinanza sono le questioni centrali, da queste parti. Il nascituro partito democratico mi sembra abbia altri obiettivi, si vede che in Italia piace parlare di altro. Ma, per favore, rendetevi conto che le vostre chiacchiere sono, appunto, chiacchiere. Non unità di misura con cui decidere se questa sponda del Mediterraneo è a destra o a sinistra.
Questi amici non sono in viaggio con me. Un poco alla volta mi rendo conto che ci sono parole a cui diamo significati diversi. Tipo, chessò, sionismo, pensavo girando al cimitero di Kinneret. In Italia c'è un gran daffare per decidere se il sionismo di sinistra o di destra, con una parte che sottolinea le alleanze imbarazzanti dell'altra - e più passa il tempo in cui sono lontano dall'Italia, meno mi interessa questa battaglia. Mi pare uno sforzo classificatorio che raggiunge il culmine quando si può distinguere tra sionisti di destra e sionisti di sinistra. Il sogno supremo, immagino, sarebbe di metterli l'un contro l'altro e di vedere, finalmente, qui nella Terra Promessa, la destra sconfitta dalla sinistra. Non da un centro-sinistra come quello all'italiana, da una sinistra con bandiere rosse, inni alla fratellanza dei lavoratori e iconografia di stampo sovietico. Bene, tenetevi forte: da queste parti le cose non stanno affatto così.
Il principale discrimine, ora come ora, non è tra destra e sinistra, ma tra i partiti sionisti (destra e sinistra) e quelli antisionisti (i cosiddetti religiosi), il quale è un campo che si va sempre più frammentando. Aprendo a caso Haaretz scopri che il destro Lieberman vuole, nientemeno, conversioni rapide per i nuovi cittadini e che i sionisti religiosi istituiranno propri procedimenti per la conversione, approfondendo la rottura nei confronti del rabbinato centrale.
Pluralismo e cittadinanza sono le questioni centrali, da queste parti. Il nascituro partito democratico mi sembra abbia altri obiettivi, si vede che in Italia piace parlare di altro. Ma, per favore, rendetevi conto che le vostre chiacchiere sono, appunto, chiacchiere. Non unità di misura con cui decidere se questa sponda del Mediterraneo è a destra o a sinistra.
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