mercoledì, giugno 13, 2007

proposta di DICO

È vero, non esiste un Islam Reform. Non esiste nemmeno un cattolicesimo Reform. Esiste un cristianesimo riformato, cioé protestante, che è un’altra cosa rispetto al cattolicesimo, con il quale non ha avuto rapporti proprio sereni.

F. Dubois, Il massacro di San Bartolomeo

La differenza principale tra il cristianesimo Reform (o riformato) e il cristianesimo cattolico sta in questo: che per i riformati il rapporto con Dio è diretto, non passa attraverso la mediazione della gerarchia. La gerarchia è una cosa che affascina molto i fascisti, cioé coloro che godono imponendo ad altri la propria volontà. La possiamo immaginare come una piramide a grossi gradini. Se la gerarchia è quella della Chiesa cattolica, alla base ci sono i preti, poi un gradino più su ci sono i parroci, che sono un po’ di meno, poi più su i vescovi, che sono ancora meno numerosi dei parroci, poi i cardinali e infine Ratzinger, che è uno solo ed è il capo di tutti. Ed è capo perché –lo so che sembra ridicolo- lo ha scelto Dio, come Dio (per gli islamici, che non sono Reform) avrebbe scelto Maometto. Anzi, per la precisione, Dio ha avuto un figlio, il quale figlio - dicono i cristiani non riformati- si è creato un rappresentante, che era Pietro e il cui continuatore è il signor Ratzinger. Un po’ del potere di Pietro, cioé di Gesù, sta in Ratzinger, nei cardinali ne sta un po’ meno e giù giù per la gerarchia, tutti questi signori ne hanno un po’- se uno è maschio e bravo (e intelligente abbastanza da evitare accuse di pedofilia e/o di interesse privato in atti di ufficio) può salire i gradini della gerarchia e diventare vescovo, cardinale o papa. Tutti maschi: forse non casualmente la piramide sembra un simbolo fallico: largo in basso e dritto verso l’alto.
Mantenere questa gerarchia costa un sacco di soldi. E richiede che il rappresentante di Pietro, cioé di Gesù, cioé di Dio, tratti direttamente (e, se possibile, da posizioni di vantaggio) con presidenti, re e generali, che hanno raggiunto il potere, di solito, senza millantare alcun incarico di origine divina.
Il Cristianesimo Reform è quel cristianesimo che ha fatto saltare tutta questa gerarchia. Dove si è affermato, i beni del clero sono stati messi sul mercato, si è formata una borghesia, la cui etica del lavoro ha permeato tutta la società, sconfiggendo anche lo stile di vita parassitario della nobiltà. Il processo è durato secoli ed ha portato (ripeto: nei Paesi in cui il Cristianesimo è stato riformato) alla nascita dello Stato moderno e della democrazia rappresentativa. Che, oltre ad essere funzionali agli interessi della borghesia, sono il peggiore metodo di governo provato finora, se si escludono tutti gli altri provati in Europa, i quali aggravano l’oppressione delle donne e degli ebrei e hanno l’aggravante di non essere molto riformabili.
La costruzione dello Stato moderno (e la questione del perché in Italia non c’è stato) ha occupato diversi anni della mia vita, per cui so bene che il quadro è molto più articolato; il legame tra protesantesimo e modernità , comunque, mi sembra del tutto innegable. L’idea stessa di gerarchia, di una società divisa in ceti i cui poteri sono decisi dal diritto di nascita, mi sembra incompatibile con i princìpi della democrazia, secodo cui nessun potere è attribuito eternamente a qualcuno. E le cose sembravano così anche agli intellettuali ebrei tedeschi che nell’Ottocento hanno iniziato l’Ebraismo Reform prendendo le mosse dal consumo di carne.
I progetti di Riforma nell’Ebraismo hanno portato con sé l’abolizione della tassa sul consumo di carne kasher, che serviva per mantenere una classe (improduttiva) di religiosi la cui unica occupazione era lo studio del Talmud. Nei progetti dei giacobini ebrei tedeschi che diedero il via all’ingresso dell’Ebraismo nella modernità, abolire la tassa sul consumo di carne kasher, permettere agli ebrei di acquistare carne non kasher equivaleva a nazionalizzare i beni del clero. Ed il clero ebraico dell’epoca (laddove per clero si intende casta religiosa parassitaria) giunse fino all’omicidio per difendere la kasherut ed i previlegi che ne deriva(va)no. Il movimento intellettuale formato da ebrei che finalmente erano stati ammessi alle Università tedesche si chiamò Riforma – perché guardava al cristianesimo Reform E perché introduceva elementi di democrazia rappresentativa, levando al clero la conduzione delle questioni religiose; ed iniziò da subito a parlare di uguaglianza tra uomini e donne nel culto.
Il processo che ha portato l’Ebraismo a entrare nella modernità, attraverso il movimento Reform, non è stato lineare; proprio come non è stata affatto lineare l’affermazione del cristianesimo Reform. E dico subito che non vedo affatto i segni di un eventuale Islam reform. Anzi: in campo islamico vedo l’affermazione di integralismi, ritorni reazionari a una Tradizione sedicente immutabile, ed una preoccupante popolarità di teorie del complotto e pulsioni antisemite -persino peggio dell’ epoca di Nasser, che è tutto dire.
C’è chi vuole convincermi che l’ora è grave che il pericolo è imminente, e che bisogna quindi allearsi con il sedicente discendente di Pietro, che perlomeno dai tempi di mons. Marcinkus non pare proprio gradire il princìpio secondo cui un’unica legge debba valere per tutti coloro che vivono in un unico territorio. Princìpio che a me, invece, sembra molto rispettabile e per il quale quei signori tedeschi di due secoli fa sono finiti nelle galere clericali o sotto i coltelli degli sgherri dei rabbini ortodossi. E di questa santa alleanza contro l’Islam, le cui pulsioni antisemite, ripeto, preoccupano anche me, dovrebbero far parte anche i bizzarri signori vestiti di nero, che millantano di essere i veri e gli unici ebrei rimasti al mondo. O, almeno, la parte di loro disposta a mettere l’antisionismo tra parentesi (non gratuitamente, sia chiaro) e a collaborare così nell’opera di trasformzione dello Stato del popolo ebraico in una specie di fortezza Bastiani come da romanzo di Buzzati (aka ultimo bastione dell’Occidente). Anzi, c'è pure chi è convinto che tale santa alleanza sia una specie di banco di prova: sarebbe veramente ebreo chi capisce che siamo in guerra con l’Islam. Una guerra tanto crudele che ci obbligherebbe all’alleanza con i cattolici.
Questa alleanza tra gerarchie cattoliche e rabbini ortodossi è uno sbocco naturale, viste le rispettive ideologie ed interessi. Ma non c’è alcuna ragione religiosa per passare sopra i diritti degli individui. La mia religione insegna che la difesa dei diritti degli individui è un compito sacro, perché tutti siamo creati ad immagine di Dio, ed ogni essere umano va rispettato perché la sua dignità è la scintilla divina che ha con sé dal momento della Creazione. E quindi l’alleanza con il sedicente discendente di Pietro è una offesa alla mia religione: perché quel tizio proclama di essere investito da Dio e la mia religione impedisce di divinizzare esseri umani. I rabbini ortodossi (che sembrano avere le idee chiare sul posto delle donne) possono trovarsi gli alleati che preferiscono (che probabilmente su donne e gay la pensano proprio come loro); ma non capisco cosa c’entri la religione, in questo questo matrimonio d’interesse tra gerarchie maschili. E pertanto gradirei che se ne lasci fuori ogni riferimento a Dio o alla dimensione spirituale. Potrebbero chiamarlo Difesa dall’Islam, ad uso di Cattolici e Ortodossi. DICO, se vogliono una sigla.

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