hey Joe ovvero sovranità
"Ma ci sarà pure una differenza tra ebreo e sionista!" bofonchia dall'altra parte di skype l'amico -non ebreo- intenzionato a "legittimare l'antisionismo", cioé a spiegarmi che non di antisemitismo si tratta. Ora, sta di fatto che questo concetto secondo cui a essere perseguitati sarebbero gli antisionisti a me sta sugli zebedei non da ieri, perché sottintende il famoso controllo ebraico dei media, tema che in rete sta avendo una certa popolarità grazie a quello che sembra proprio un provvedimento cretino del governo italiano, di cui si è fatto carico un tizio che si chiama Levi.
Beh sì, certo. Si può affermare che ebreo e sionista non sono sinomini, anche senza tirare in ballo masochisti patologici. L'esposizione più coerente di questo non-sionismo che ho sentito finora viene da un amico americano, che si trova da queste parti. Dice che Israele adesso gode della straordinaria protezione degli USA ("so far"). L'esperimento sionista mirava ad assicuare sovranità degli ebrei nel proprio Stato, e adesso questa sovranità non c'è. Dipendiamo dagli USA, cioé da qualcun altro.
Ora, mettiamo in chiaro una cosa: il mio amico -che si chiama Joe- non mette in questione il diritto degli ebrei ad avere uno Stato, non discute che, perlomeno fino ad un certo punto, questo Stato sia stata una buona idea, non pone questioni di doppia lealtà come quelli che ti chiedono "ti senti più italiano o più israeliano?" - che è la versione soft di: e se succede una guerra tra il mio Paese e quello statarello artificiale, fanatico e criminale di cui parlano i giornali, tu secondo me non ce lo hai mica il coraggio di sottrarti al controllo della poderosa lobby che si arrichisce con le guerre del mondo intero e diventare finalmente uno come me.
La posizione di Joe però ha un limite: viene dagli Stati Uniti d'America. Ovvero dal Paese che ha annullato la sovranità italiana per una serie cospicua di decenni, e il mantenimento di detta sovranità americana è stato pagato dall'Italia con una serie di bombe, che vanno da piazza Fontana all'Italicus.
Su Ustica e Bologna io continuo ad avere dei dubbi, il signor Gheddafi aveva preso poco bene la perdita del controllo su Malta - e comunque anche questa strage sarebbe da mettere nel conto che l'Italia ha pagato per essere alleata degli USA - o per aver rinunciato alla propria sovranità.
Voglio dire che uno Stato completamente sovrano, che non ha bisogno di alleanze per sopravvivere, non esiste. Per sopravvivere occorrono alleanze e l'alleanza con uno più forte di te significa, sostanzialmente, rinunciare a dei pezzi di sovranità. Così vanno le cose in questo mondo, di questi tempo; certo, negli anni formativi del Sionismo questa faccenda non era prevedibile. Israele può ringraziare che la protezione dell'amico americano non è costata la serie di morti che è costata all'Italia e di cui il mio amico Joe non era per nulla a conoscenza.
Adesso Israele ha un grande alleato che si chiama USA. Quando mio babbo era giovane il migliore alleato era la Francia e gli USA erano, perlomeno, scettici verso questo Stato degli ebrei socialisti. Le cose cambiano, le alleanze pure. Non mi sembrano buone ragioni per dichiarare chiuso un esperimento.
Joe ha detto che ci penserà e che, se passa in Italia, va a vedere se la lapide a Pinelli c'è ancora. E' una faccenda, questa del ferroviere anarchico che vola dalla finestra, che lo ha fatto particolarmente incazzare.
Beh sì, certo. Si può affermare che ebreo e sionista non sono sinomini, anche senza tirare in ballo masochisti patologici. L'esposizione più coerente di questo non-sionismo che ho sentito finora viene da un amico americano, che si trova da queste parti. Dice che Israele adesso gode della straordinaria protezione degli USA ("so far"). L'esperimento sionista mirava ad assicuare sovranità degli ebrei nel proprio Stato, e adesso questa sovranità non c'è. Dipendiamo dagli USA, cioé da qualcun altro.
Ora, mettiamo in chiaro una cosa: il mio amico -che si chiama Joe- non mette in questione il diritto degli ebrei ad avere uno Stato, non discute che, perlomeno fino ad un certo punto, questo Stato sia stata una buona idea, non pone questioni di doppia lealtà come quelli che ti chiedono "ti senti più italiano o più israeliano?" - che è la versione soft di: e se succede una guerra tra il mio Paese e quello statarello artificiale, fanatico e criminale di cui parlano i giornali, tu secondo me non ce lo hai mica il coraggio di sottrarti al controllo della poderosa lobby che si arrichisce con le guerre del mondo intero e diventare finalmente uno come me.
La posizione di Joe però ha un limite: viene dagli Stati Uniti d'America. Ovvero dal Paese che ha annullato la sovranità italiana per una serie cospicua di decenni, e il mantenimento di detta sovranità americana è stato pagato dall'Italia con una serie di bombe, che vanno da piazza Fontana all'Italicus.
Su Ustica e Bologna io continuo ad avere dei dubbi, il signor Gheddafi aveva preso poco bene la perdita del controllo su Malta - e comunque anche questa strage sarebbe da mettere nel conto che l'Italia ha pagato per essere alleata degli USA - o per aver rinunciato alla propria sovranità.
Voglio dire che uno Stato completamente sovrano, che non ha bisogno di alleanze per sopravvivere, non esiste. Per sopravvivere occorrono alleanze e l'alleanza con uno più forte di te significa, sostanzialmente, rinunciare a dei pezzi di sovranità. Così vanno le cose in questo mondo, di questi tempo; certo, negli anni formativi del Sionismo questa faccenda non era prevedibile. Israele può ringraziare che la protezione dell'amico americano non è costata la serie di morti che è costata all'Italia e di cui il mio amico Joe non era per nulla a conoscenza.
Adesso Israele ha un grande alleato che si chiama USA. Quando mio babbo era giovane il migliore alleato era la Francia e gli USA erano, perlomeno, scettici verso questo Stato degli ebrei socialisti. Le cose cambiano, le alleanze pure. Non mi sembrano buone ragioni per dichiarare chiuso un esperimento.
Joe ha detto che ci penserà e che, se passa in Italia, va a vedere se la lapide a Pinelli c'è ancora. E' una faccenda, questa del ferroviere anarchico che vola dalla finestra, che lo ha fatto particolarmente incazzare.
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