sabato, febbraio 09, 2008

dichiarazione di voto

E vennero i rifiuti.
E venne Lady Mastella, che chissà cosa aveva combinato con i rifiuti.
E vennero i giudici, che indagarono Lady Mastella, che chissà cosa aveva combinato con i rifiuti.
E venne Mister Mastella, che si dimise per via dei giudici, che indagarono Lady Mastella, che chissà cosa aveva combinato con i rifiuti.
E venne la crisi di governo, perché Mastella si dimise per via dei giudici, che indagarono Lady Mastella, che chissà cosa aveva combinato con i rifiuti.
E ora ci sono le elezioni, perché non c'è più il governo, perché Mastella si dimise per via dei giudici, che indagarono Lady Mastella, che chissà cosa aveva combinato con i rifiuti.
Adesso io voglio fare come tutti i rispettabili opinionisti dei rispettati quotidiani anglosassoni. Dovrei dichiarare cosa voterò, io italiano all'estero che mi recherò in un seggio elettorale dove la scorsa volta ci sono stati due voti per la fiamma tricolore e tutta Italia è lì che si chiede perché. Io no - con tutti i non ebrei che ci sono in Israele, un paio di nazi non mi sembrano una percentuale preoccupante.
Dovrei dichiarare cosa voterò, ma ancora non lo so. Attualmente sono indeciso tra Partito Democratico, Socialisti italiani e Cosa Rossa. Di votare destra non se ne parla nemmeno, e non perché siano alleati con la fiamma tricolore (sì, vabbé, anche per quello) ma perché le loro idee su politica ed economia non vanno d'accordo con le mie e nemmeno con il futuro dei miei coetanei laureati e disoccupati.
E Israele? Diranno subito i miei venti lettori.
Da Israele vi rispondo così, certo di deludere alcuni di voi. Tanto se ancora adesso mi leggete ci avete fatto l'abitudine, alle delusioni.
Prima di tutto (e tanto per cominciare da molto lontano) 'sta storia del boicottaggio della Fiera del Libro di Torino qui non la trovi nemmeno menzionata nelle pagine dei giornali. In Italia invece ci fanno un caso, sul quale Angelo Pezzana ci informa tutti i giorni sugli sviluppi mentre dentro Il manifesto ferve il dibattito. Perché nelle pagine esteri del quotidiano comunista Israele è ancora il babau a.k.a. demonio cattivo ovverosia entità sionista malauguratamente riconosciuta dall'ONU. E cattivi sono anche gli ebrei perché non criticano Israele abbastanza e gli permettono di parlare a nome dei sopravvissuti. Beninteso, le pagine esteri del quotidiano comunista dicono una marea di cazzate: che Israele parli sempre a nome dei sopravvissuti è un po' una fissazione della sinistra, io è dai tempi di Begin che non sento più sventolare questo argomento nell'arena pubblica. Però ferve il dibattito tra gli esteri e la cultura. Nelle pagine culturali de Il manifesto, ovvero tra gente che di lavoro bazzica nel sistema editoriale, si preferisce evitare il boicottaggio, certi che innescherebbe una reazione a catena che finirebbe per ridurre le già magre entrate di traduttori, correttori di bozze (pre.co. nel senso che sono precari e miei coetanei) e/o le retribuzioni di direttori di collane, editor e quant'altro - loro no che non sono precari.
Insomma, per farla breve: sul boicottaggio (o, perlomeno, sul guizzo di decenza che sembra aver preso il compagno Valentino Parlato, che al boicottaggio si oppone), io la penso come sulla nuova preghiera per la conversione di noi ebrei. Mi pare poca roba, il problema è da un'altra parte. Per quanto riguarda la vision del mondo juderein, il problema è nella scarsa conoscenza della cultura ebraica da parte dei cattolici - hanno avuto l'Inquisizione e l'Indice dei Libri Proibiti, e certe abitudini si fa fatica a scrollarsele di dosso. Così il vuoto di conoscenza viene riempito dal pregiudizio (gli ebrei sono quelli che NON hanno il Nuovo Testamento). Lo stesso vale per il rapporto tra sinistra ed ebrei - o, se preferite, a proposito della mancata comprensione del sionismo come movimento di liberazione. C'è un enorme vuoto di conoscenza (i sionisti sono quegli ebrei che NON hanno più fedeltà all'ideale del sol dell'Avvenire) che viene riempito da pregiudizi e pre-comprensioni: Israele è una teocrazia, pratica l'apartheid e vuole annettersi tutto il mondo arabo, perché gli ebrei hanno questa concezione razzista che sono il popolo eletto.
Ora, il pregiudizio verso noi ebrei, come pure quello verso le donne o quello verso gli omosessuali (che avrebbero un di meno di virilità) sono ben radicati nella cultura cattolica e mediterranea. Sono più inconsci che consapevoli e mi sembra illusorio lavorarci sopra con gli strumenti della politica - anche perché non è che la scelta tra Valter Veltroni e Silvio Berlusconi sia una scelta tra un mondo meno antisemita, meno misogino e meno omofobico e la barbarie assoluta del nazismo. E' una scelta tra due modi diversi di fare funzionare la stessa cosa sconquassata che si chiama Italia, quell'economia da potenza industriale con il suo familismo amorale e quella mancanza di separazione tra pubblico e privato che tutti lamentiamo ma nelle cui nicchie poi finiamo per trovar posto (a meno che il posto non sia occupato dalla monnezza altrui, allora sì che si protesta). Io mi trovo in maggiore sintonia con uno dei due. Che Berlusconi sia un amico di Israele a me, francamente, sembra ininfluente. Se i Paesi arabi gli offrissero maggiore libertà economica per le sue imprese, diventerebbe un sostenitore del burka e inizierebbe una martellante campagna mediatica contro i giudici sionisti. Attualmente qui si vocifera che pure lui (o aziende legate a lui) stia usufruendo del boom edilizio di Gerusalemme -e qualche cantiere made in Italy mi è anche capitato di vederlo. Per questo, diciamo, sospetto - che mi viene dall'aver abitato in quella brutta città che è Milano io rimango distante dalla destra italiana: le commistioni con i fascisti mi sembrano poca roba, ma quelle con Comunione e Liberazione mi sembrano molte di più. E più pericolose: CL ha la grave repsonsabilità di aver re-introdotto in Italia, negli anni Ottanta e quando nel Lazio c'era un certo Sbardella, il termine "lobby ebraica". Gli editoriale de Il sabato su Israele governato da una teocrazia vendicativa me li ricordo molto bene. Come mi ricordo i tazebao nel periodo di Tangentopoli: era in corso un attacco da parte delle solite elite radicalchic azioniste contro i partiti di massa. Perché, pensavate che Berlusconi avesse inventato qualcosa, nel suo furore populista? Esce dritto dritto dalla pancia della Balena bianca, di cui qualche rottame rischiamo tutti di trovarci sulla scheda elettorale. Anche nel Partito Democratico, che sta sempre più attento a non ferire i sentimenti dei cattolici. Il che è una fesseria gigantesca, perché il 90% dei cattolici che conosco supporta Israele, usa gli anticoncezionali, ha difeso la 194 nel segreto dell'urna e trova del tutto ragionevole che due persone dello stesso sesso finiscano per sposarsi.
E' vero, a sinistra potrei trovarmi costretto a scegliere tra un democristiano, un craxiano e un antisionista alla kelebek - no che non lo linko, googolate voi, l'ultimo suo post è un capolavoro di arrampicata libera, riesce a far passare per perseguitati gli antisemiti autori della lista di proscrizione. In questo deprecabile caso potrei prendere in considerazione l'ipotesi di entrare in cabina pensando a Mastella. Cioé ai rifiuti. E di votare pensando di spedirlo a calci in mezzo a quei rifiuti. Dove meriterebbe di stare.

1 commento:

Uyulala ha detto...

Non te la prendere, Andrea, per la questione del nuovo testamento. In fondo questo vuol dire che voi NON avete le lettere di s. Paolo, e questo NON è un male.

Neanche io so per chi votare. Non vorrei bigiare le elezioni, non vorrei sprecare il voto, non voglio votare a destra ma se penso a questa sinistra ho forti conati di vomito.

(P.S.: non è che c'è posto per una agnostica ex cattolica lì da voi? No, perché per ora mi sembra troppo costoso andare in Nuova Zelanda)